Regia di Mark Robson vedi scheda film
1950, allo scoppio della guerra di Corea: in una famiglia che ha già avuto un figlio caduto nella seconda guerra mondiale, il fratello maggiore (sposato, con figli e a guida dell’azienda familiare) decide di non farsi esentare dal nuovo richiamo alle armi; il minore, dimostrando senso di responsabilità, conquista la ragazza che ama e soprattutto suo padre, che lo considerava (giustamente) un debosciato. Film da manuale, per come espone l’American way of life nei cupissimi anni ’50: villette suburbane, virtù domestiche, buoni sentimenti, senso del dovere (che nella fattispecie consiste nel far fuori i rossi). Ogni tanto c’è un barlume di problematicità, che evita la totale oleografia: l’inquietudine di fondo per il rischio di una catastrofe nucleare, lo smascheramento del finto eroismo del padre (che in realtà aveva passato la grande guerra a Parigi a fare l’attendente). Il titolo originale, I want you, gioca su un’ambiguità: la frase è appropriata a un contesto amoroso, ma è anche quella con cui lo zio Sam invitava i giovani ad arruolarsi. Dana Andrews, con l’aria rassicurante, e Farley Granger, con quella da scavezzacollo, sono perfetti per i rispettivi ruoli.
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