Regia di Stefano Landini vedi scheda film
Interessante bozza di un manifesto antifascista in versione jazz. Le idee non sono molte, però la musica è buona e abbondante. Nella regia distaccata, come nella colonna sonora avvolgente, c'è tutto il quieto incanto di un genere artistico che, con le sue astrazioni solitarie e ribelli, è l'esatto opposto della demagogica retorica di regime. In questa storia, a "non mollare" non è l'ottusità di una linea politica, bensì il ritmo che fa da sfondo a ogni pensiero, mentre dirige i battiti del cuore: un sussurro dell'anima ed un ronzio del sangue che sono, insieme, molto più tenaci e penetranti degli slogan della propaganda e delle urla della folla in preda al fanatismo. "7/8" è una gouache dai contorni acerbi e graffianti, imprecisi e zigzaganti come il profilo sonoro di una jam session.
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