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Mamma Roma

Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film

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La recensione su Mamma Roma

di Baliverna
8 stelle

Molto bello, anche perché appartiene al periodo d'oro di Pasolini, cioè secondo me la prima metà degli anni '60. Nella vicenda, nelle situazioni e nei personaggi c'è molto di "Accattone", tanto che quasi si può parlare di un ulteriore studio sulla Roma più popolare e proletaria. Lo stesso protagonista - che è il ragazzo, nonostante il titolo - ha più di qualcosa di Accattone, specie per il suo ribellismo e la sua insofferenza a certe situazioni. Il personaggio di Mamma Roma offre dall'altro lato spunto per più di qualche riflessione. In lei è molto forte il desiderio di riscatto dalla povertà e dalla prostituzione, aspirazione che proietta molto fortemente anche sul figlio. Va però detto che si tratta di un riscatto in parte morale, ma soprattutto sociale: lei aspira cioè a far parte del ceto medio, o almeno di quella classe un gradino più su del popolino. A sostegno di ciò si possono citare i suoi numerosi commenti intrisi di invidia che fa verso chi ha più soldi e prestigio sociale. Inoltre è contraria alla storia tra il figlio e la mezza prostituta e ragazza madre solo a motivo della sua pessima reputazione; infatti per allontanarlo da lei lo spinge niente meno che fra le braccia di un'altra prostitua (ma senza che si sappia in giro).

Su tutta la vicenda sta l'eterno tema del passato che ritorna prepotente e che chiede il conto da pagare, fino a soffocare le aspirazioni di riscatto e di miglioramento.

Franco Citti interpreta in fondo lo stesso personaggio di "Accattone"; si vede che il regista proprio lo vedeva in quella parte. Qui forse è un tantino più spietato e crudele che nell'altro film. Anna Magnani è la solita brava. Santino Citti, padre di Sergio e Franco, è il vecchio che fa il brindisi al pranzo di nozze.

L'uso della musica si intona particolarmente bene con le immagini, infondendo in esse una specie di lirismo inesprimibile. Per tornare al pappone interpretato da Citti, sarebbe interessante capire perché l'apparire del suo personaggio è sempre accompagnato da quella musica eterea e celestiale, che per certi versi fa a pugni col tipo di uomo che si vede. Eppure il contrasto non è disturbante, anzi. Solo la mano di Pasolini poteva produrre un simile connubio, forse perché lui vedeva connessioni che in noi restano a livello inconscio.

Quanto alla famosa scena finale, mi sentirei di parlare di finale aperto e forse ermetico. Che cosa vede Mamma Roma quando si calma e rimane come rapita a fissare l'orizzonte? Il montaggio fa pensare che abbia visto qualcosa di specifico. L'unica cosa che risalta un po' è una cupola, probabilmente di una chiesa. Ma questo non spiega più di tanto.

Siamo forse un centimetro sotto "Accattone", ma è comunque grande cinema.

 

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