Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Rispetto al folgorante esordio di Accattone, Mamma Roma segna un lieve passo indietro, ma resta un'opera molto intensa, uno dei film maggiormente provvisti di una "cognizione del dolore" che Pasolini riesce a portare a vertici espressivi di pathos. Essendo un'opera di polemica sociale, all'epoca ebbe una pessima accoglienza sia dal pubblico che dalla critica, e sarà rivalutata soltanto in seguito. Dispiace leggere, a tanti anni di distanza, la stroncatura di uno dei più influenti critici di allora come Grazzini:" Sottrattosi alla mitologia delle sordide borgate romane, Pasolini ha perso un po’ di mordente espressivo. Molte scene sono trite, non necessarie, raramente suscitano un’emozione. I personaggi non hanno più la funesta evidenza di Accattone, e l’impegno lirico-figurativo di Pasolini minaccia di risolversi in esercitazioni di bello stile. Le analogie fra scene del film e quadri di pittori classici, la musica di Vivaldi, certe altre suggestioni letterarie, dichiarano sempre più scopertamente il pericolo di un manierismo che se è sempre stato il limite di Pasolini, rischia di condurlo al quadretto di genere, ora che la sua tematica tocca l’amor materno". A mio parere, questo manierismo di cui parla l'illustre critico è molto limitato rispetto alla prepotente evidenza del dramma che sta alla base della vicenda, ossia l'impossibilità di cambiare condizione sociale e di assicurare un futuro rispettabile al figlio da parte di una prostituta. Lo sguardo del regista che si posa sul degrado delle borgate romane è ancora una volta acuto e rivelatore di ingiustizie sociali (rifacendosi al meglio della lezione neorealista), tanto che la trama ha una sua indubbia credibilità e uno sviluppo efficace; qualche incertezza la si avverte forse nella direzione degli attori, poichè, se la Magnani è certamente eccezionale in uno dei suoi ruoli più belli, gli altri attori non professionisti che le stanno accanto sembrano a tratti trovarsi in soggezione, come se la loro mancanza di esperienza nel recitare li intimorisse nell'inevitabile confronto con la grande attrice. Tuttavia, si tratta di piccoli difetti che non vanno ad intaccare la sostanza di un dramma di forte coivolgimento emotivo che risulta anche molto attuale nella sua denuncia degli inevitabili soprusi che si abbattono sugli individui e sulle fasce più deboli della popolazione. E, a livello personale, l'uso della musica di Vivaldi e la citazione del quadro del Mantegna nella scena in cui Ettore muore in carcere li ho trovati molto efficaci, contribuiscono alla dolorosa poesia che caratterizza questa triste vicenda.
voto 8/10
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