Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Pasolin, sfruttando l'aridità delle burbere location (una Roma agli albori dell’industrializzazione) si erge cantore della disperazione che ammanta la vita dei poveretti, gli occupanti dell’ultimo scalino della piramide sociale.
A questi appartiene Mamma Roma , prostituta che riaccoglie in casa il figlio Ettore affidato ad una struttura, decidendo così di cambiare vita, senza però preoccuparsi di fare i conti con il destino.
Il film, nonostante l’ingenuità di alcuni dialoghi ed alcuni stacchi di regia non propriamente di raccordo, è intriso di una poesia e di una disperazione tali da far passare in secondo piano tutti i possibili difetti. Pasolini restituisce la verità a chi guarda, che sa esattamente come andrà a finire, e poi regala almeno un paio di sequenze da antologia: geniali quelle in cui Mamma Roma passeggia dialogando con chi passa in strada, e quella finale di Ettore , nella quale il regista richiama visivamente tutto un immaginario di arte e poesia in un istantanea da brividi, inscenando al contempo una catarsi che forse è anche la sua.
Anna Magnani è bellissima ed indimenticabile, in un interpretazione “de core”, vera e genuina, come solo le grandi attrici sanno fare, ed è il valore aggiunto ad un film struggente che parla di amore, di dolore, di sogni infranti senza pietà, e dell’impossibilità di cambiare le cose.
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