Regia di Yoshiaki Kawajiri vedi scheda film
La città delle bestie incantatrici è un film d'animazione giapponese del 1987, diretto dal maestro Yoshiaki Kawajiri e prodotto dalla Madhouse.
Sinossi: Da mille anni la razza umana e quelle dei mostri del lato Oscuro, combattono una guerra segreta ma fortunatamente alcuni soggetti definiti "illuminati" sono riusciti a stipulare un trattato di pace, tuttavia il trattato in questione sta per scadere ed una nuova guerra è alle porte...
La città delle bestie incantatrici è il primo lungometraggio animato di Kawajiri dove l'autore inserisce già tutti gli elementi che poi caratterizzeranno la sua poetica, realizzando un'opera soprendente, in particolare modo non si era ancora visto un tipo di animazione così cupa: il film è un noir orrorifico a tinte fantasy.
Il tutto si svolge in una Tokyo notturna e spettrale illuminata esclusivamente dalle luci al neon dei cartelloni pubblicitari, caratteristica che verrà poi ripresa e amplificata ad esempio dal grande Wong Kar wai, a tal proposito Kawajiri opta per un mescolamento di generi degni del miglior cinema di Hong Kong tuttavia i punti di riferimento del maestro giapponese sono in occidente, nello specifico è possibile evidenziare alcuni elementi/sequenze che richiamano Videodrome di Cronemberg oppure La cosa di Carpenter.
Nonostante sia all''esordio, Kawajiry (esordio se consideriamo i lungometraggi, altrimenti il nome di Kawajiri circolava già da un paio di anni grazie al suo ottimo lavoro in Manie-Manie i racconti del labirinto, film 'd'animazione ad episodi dove l'autore giapponese ha diretto il secondo segmento denominato L'uomo che correva: //www.filmtv.it/film/35493/manie-manie-i-racconti-del-labirinto/recensioni/932537/#rfr:film-35493) non ha timori, regalandoci sequenze clamorose -soprattuto per l'epoca- e sfacciate, a tratti addirittura disturbanti dove il voyeurismo la fa da padrone con sequenze di stupri e torture. interessanti anche le scene d'azione, poche ma ben rappresentate con una tensione costante fin dall'inizio.
Per quanto riguarda i possibili difetti, la sceneggiatura non è perfetta con alcuni personaggi che un po' stonano con il contesto cupo e maturo, mi riferisco alll'anziano di nome Giuseppe Maiyart, soggetto molto simile ad Happosai di Ranma quindi il tipico vecchietto pervertito sempre alla ricerca di belle donzelle, detto questo sono quisquillie se paragonate al resto
Un cult imperdibile.
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