Regia di Mona Achache vedi scheda film
Bello, delicato e struggente.
Ricordo, qualche anno fa ,quando ancora le guardiole delle abitazioni civili,ospitavano i cosiddetti "guardaporte" custodi dei segreti delle famiglie e garanti quasi sempre,di una certa pacifica convivenza,abitava accanto al nostro appartamento, un antipatico vicino, polemico, classista e razzista , che a proposito del fatto che il nostro audace portiere,era avvezzo a prendersi eccessive confidenze,nei confronti dei condomini,sosteneva con vigore, la necessità che ognuno restasse al proprio posto e che il portiere avrebbe dovuto fare il portiere.Questo film poetico, delicato e struggente ribalta questa tesi e dimostra come dietro la maschera di una modesta e ruvida portinaia, si può nascondere una personalità raffinata e colta, immersa in un quotidiano di modesta routine,allo scopo di poter coltivare una solitudine ricca e costruttiva.La metafora del riccio è perfetta,sotto gli aculei c'è una creatura vitale e dolce.
Grazie a un saggio giapponese e a una ragazzina infelice, ma sensibile,la vera natura della protagonista,una vedova sola e disincantata, emergerà anche drammaticamente, l'epilogo tragico, dimostrerà che anche una persona apparentemente chiusa al mondo, può essere pronta al sacrificio supremo, pur di salvare una vita per la quale tiene.Trasposizione cinematografica di un ottimo romanzo,pur non essendo completamente aderente alla sua fonte d'ispirazione, è comunque un film emozionante e assolutamente godibile.
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