Regia di Mona Achache vedi scheda film
Dell’eleganza del riccio ne avevano detto bene in troppi e per un paio di natali è stato una strenna al pari dell’ultimo libro di Bruno Vespa, ciò è bastato per farmelo evitare. “Nooo ma guarda che è veramente bello… devi leggerloooo assolutamenteeee!”
Non dico che non lo leggerò mai…feci la stessa cosa con il Profumo di Patrick Suskind… letto dopo anni dal suo successo e dal quale è stato tratto un film inguardabile.
Comunque il ricciofilm alla fine me lo sono vista ma dopo mezz’ora mi aveva già fatto due scatole come solo certo cinema francese riesce a fare.
Inconcludente, oserei dire irritante… ma resisto… dovrà puresuccedere qualcosa, non potrà essere tutto così… un flusso di parole, di discorsi sovrapposti, di mobilio elegante…
Palomà è una specie di ragazzina prodigio che progetta il suo suicidio, nel suo palazzo arriva un giapponese che si chiama Kakuro, sto Kazuro fa il piacione con la portiera dello stabile, che ha l’aspetto di maga magò, solo che stokazzuro cià l’occhio fino e da un paio di battute capisce che è colta e raffinata… Le regala abiti scicchissimi, la porta al ristorante, insomma la corteggia ad alto livello.
Ma che la sfiga è in agguato… la portiera finisce sotto una macchina e non potrà vivere l’amore con stocazzuro. Questo il succo del riccio, se poi ci vogliamo aggiungere discorsi di nessun senso, accenni alla psicanalisi, personaggi di contorno da pigliarli a schiaffi a due a due fino a che non diventano dispari ecco che si configura questo film freddo, privo di anima, di nessuna partecipazione. Forse il libro dovrò leggerlo ma il film me lo potevo risparmiare alla grande… del resto da una regista che si chiama Mona.... ma che mi dovevo aspettare...?
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