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Valhalla Rising. Regno di sangue

Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film

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La recensione su Valhalla Rising. Regno di sangue

di andry10k
8 stelle

"Valhalla Rising ovvero Come fotografare un film"

 

Quanto adoro i geniacci come Refn, che se qualcuno si aspettava di trovarsi di fronte un film action-epico stile il gladiatore e vari, se lè presa bene bene in saccoccia e si è beccato questi 90 minuti buoni di film in rallenty. Qui a Refn infatti non interessa per nulla al mondo di attirare o di alzare il ritmo, e fregandosene di tutto gira un magnifico, per me, film epico sui vichinghi caratterizzato da toni sommessi, pacati, forse fin troppo.

 

E' inutile starsi troppo a chiedere cosa simboleggi questo o quest'altro. Qui Refn, da buon scandinavo-danese, inserisce probabilmente molti dei miti, delle credenze, del suo antico popolo, e se a qualcuno non interessa approfondire (vedi me) è inutile quindi starsi troppo a scervellare perchè molti passaggi non sono chiari. Ci basterà sapere che questo è il viaggio di un uomo, appena sfuggito dalla schiavitù di alcuni pagani insieme ad un bambino, che si unisce ad un gruppo di cristiani o "uomini di Dio" per raggiungere la cosiddetta "terra santa" dove trovera la sua redenzione. Un semplice, per quanto possa essere semplice, viaggio di redenzione del protagonista tutto qui. Il resto è fuffa, è roba per appassionati di cultura scandinava, che sinceramente a me interessa il giusto. Perchè questo vichingo abbia visioni profetiche, molto sanguinolente, o il perchè di molti altri passaggi per quanto mi riguarda mi va bene che rimanga criptico. La magia del cinema alla fine è questa, non c'è bisogno di starsi troppo a fracassare i neuroni per capire ogni minima cosa soprattutto in un film surreale ed epico come questo, è tutto solo un pretesto per ammirare le straordinarie immagini che Refn ci mette davanti ai nostri occhi.

 

Questo regista si vede che ha proprio la magia del cinema nella proprie mani, probabilmente nemmeno lui sa spiegare il film, sembra quasi che inizi a girare quando ha l'ispirazione di un tempo, di un rallenty, di un inquadratura, di un movimento, tutto qui, poi il film viene da se. Qui parliamo probabilmente di una delle fotografie più belle che mi ricordi, in alcuni momenti sembra quasi di essere li a camminare, pianissimo, con loro, con i protagonisti. Il ritmo come detto non c'è, il film sembra quasi prenderci in giro, per la sua lentezza, la pacatezza, e questo è più che funzionale al senso "epico" e surreale che il film doveva dare, e lo da anche troppo. Refn sa come suggerirci il senso dell'epica più di molti altri registi, che pensano che basti qualche costume un po' di sabbia, uno spadone e qualche combattimento per epicizzare il tutto. Invece no, basta lo stoico volto di un Mads Mikklesen mezzo cecato, fermo li in primo piano o magari sullo sfondo mentre cammina tra le colline con dietro il mare, e con un ascia alla mano. Non che non ci sia vioenza, anzi, il film vuole anche analizzare un rapporto tra cristiani e pagani molto crudo, con scene violente, sangue, insomma non si fa mancare niente. Ottimo il montaggio con stacchi temporali più stretti, e anche veri e propri flashforward, per quanto riguarda le visioni profetiche del nostro "One Eye". Un film magnifico da apprezzare e riapprezzare.

 

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