Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film
L'uomo da un solo occhio è una sorta di totem votato al sangue e al mero istitnto di sopravvivenza che affianca al proprio talento per la primitiva violenza delle capacità semidivinatorie. Interpretare Valhalla Rising col metro del cinema comune è fonte di irritazione. Altresì credo sia preferibile misurarsi col proprio senso del limite attingendo ai canoni estetici della diversità. Morten Soborg dipinge ottimamente la fotografia a tinte fosche, cupe, inquietanti, in un luogo indefinito dove gli elementi di una natura primordiale spadroneggiano. La nebbia di una delle sequenze centrali sembra uscita da Omero (e i suoi cimmeri avvolti nel mito e nella leggenda). Non fa sconti Refn: pestaggi mutilazioni e sodomia schiaffeggiano lo spettatore, mentre il regista pare essersi fatto in vena un mix di Herzog e del Kubrick delle scimmie. Dialoghi a zero e colonna sonora compiacente. Da non restare indifferenti. Interessante l'elemento della cristianità crociata.
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