Regia di John Turturro, Roman Paska vedi scheda film
Torturro torna nella terra delle sue origini, dove sono nati i suoi discendenti e la stessa madre, morta da poco, del cui evento non nasconde una pudica emozione. L’idea è quella di fare un film sul mondo dei pupari in Sicilia, e quindi l’approccio con il mestiere, ormai raro, di un puparo famoso in Sicilia, per essere ormai il rappresentate di un teatro così particolare, che si è tramandato di padre in figlio e che nei passaggi si è tramessa l’anima con cui un lavoro come questo si deve affrontare. Torturro, attraverso un bilinguismo necessario per lui, e riesce ad entrare nei luoghi più intimi e segreti del cuore del mestiere di un puparo, a cui il maestro non si sottrae in assoluto. Nel frattempo nel documentario, si associa quello che è la cultura siciliana attraverso un appassionato come Camilleri, un grande raccontatore dal cui fascino è difficile sortire. Mi sono trovato ad ascoltare a bocca aperta quelle che sono le sue storie, i suoi pensieri, i suoi ricordi storici della sua terra, racconti che determinano quello che lui pensa che sia la tipicità di un uomo siciliano. Il siciliano che ha il suo pensiero profondo fondato sulla morte, perché attraverso tutte le varie invasioni che ci sono state, quello che ha prevaluto è stato rivolto a questo concetto, nel senso che ad iniziare dai greci, poi i romani e quindi gli arabi erano tutti dediti a questo tipo di culto. Camilleri dice poi, che solo la dominazione francese poteva cambiare il pensiero siciliano, ma è stata troppo breve. Il culto dei morti era legato ad una tradizione che lo stesso popolo accettava, facendo addirittura nel giorno del 2 di novembre una festa particolare e gioiosa, come oggi la facciamo per la ricorrenza di Natale, avendo introdotto Babbo Natale, rito da noi importato, e che quindi non proviene dalle nostre origini. Camilleri insiste sulla storia e le origini di una persona, e che solo queste fanno le condizioni perché un uomo viva in pace con gli altri e sé stesso, e cioè che abbia la consapevolezza delle proprie origini. Donatella Finocchiaro si aggancia alla poesia ed altro sempre per ribadire la cultura siciliana, necessaria per poi capire il mondo che Torturro vuole raccontare. Didatticamente rilevanti le lezioni che pupari o storici danno, insieme all’attore, a delle ragazze, recitando e parlando delle emozioni che le storie di Orlando e Angelica hanno nell’immaginario loro e facendole esprimere in merito. Un documento con un’idea diversa, ma che riesce a prendere l’attenzione con parte del nostro io e con la testa, ed in particolare il pensiero e l’animo e direi che non proprio poca cosa.
un bella trovato ed un viaggio intimo
regia da solo frimata, ma la scrittura è insieme a Torturro
lui firma solo la scrittura
emoziona ed incanta
il puparo formidabile
un'attrice che sta sempre bene con tutto e tutti
piccola partecipazione e vien paragonato a Burt Lancaster da Torturro
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