Regia di Laurent Tuel vedi scheda film
VOTO : 5,5.
Pellicola ordinata e con parecchi elementi di genere, anche se sorprese particolari non vi si trovano, che però manca di una convincente cifra stilistica, ma anche di una spiccata personalità da parte del suo autore.
Così l’evoluzione della storia non risveglia grandi sensazioni, nonostante sullo schermo di avvenimenti ne succedano e la noia, quella vera, non diventi assoluta protagonista.
Milo Malakian (Jean Reno) è un boss della malavita francese che sta progettando un colpo, tanto rischioso quanto redditizio.
Suo figlio Anton (Gaspard Ulliel) lavora con lui, ma per il futuro ha progetti diversi, ovvero aprire un albergo sul mare e sposarsi con la sua donna che nel frattempo aspetta un bambino.
I desideri del figlio ed i voleri del padre sono così in netto contrasto, in attesa del colpo che dovrebbe essere risolutivo nei pensieri del giovane Anton, ma intanto la polizia è alle loro calcagna.
La storia è costituita da diversi elementi già visti; una famiglia criminale, dissidi tra capofamiglia e figlio, desiderio di una nuova vita, momenti (più teoricamente che nei fatti) forti e disperati, il problema è che nella rappresentazione il regista sceglie (o semplicemente succede) spesso la strada della sottrazione, non riuscendo a valorizzare le scene topiche.
Per esempio penso all’assalto all’aereo portavalori, per quanto difficile da rendere credibile nella sua soluzione, in mano ad altri poteva regalare minuti di grande spettacolo e tensione (penso cosa avrebbe potuto fare un Michael Mann), mentre in questo caso rimane solo una sequenza piuttosto articolata e con poca tensione.
Tra l’altro il finale a seguire è assolutamente sbrigativo, mentre la fotografia, ed in generale l’estetica tutta, non è sufficientemente autoriale per poter dare un valido supporto alla causa.
Detto questo poi rimane pur sempre un film che si lascia guardare e con un discreto potenziale, che però rimane in parte inespresso.
Non propriamente brutto, ma poco originale e ancora meno capace di trascinare lo spettatore nel marcio del mondo della malavita.
VOTO : 5,5. Gli manca la personalità ed il tocco d'autore per far lievitare la vicenda che racconta.
VOTO : 6+. Ha sempre una presenza scenica importante, ma incide assai meno del solito.
VOTO : 6. Non sfigura, ma nemmeno spicca il volo.
VOTO : 6. Dignitosa.
VOTO : 6. Volto interessante, interpretazione solida, ma senza grandi acuti.
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