Regia di Samuel Maoz vedi scheda film
Ovvero un pezzetto di guerra in Libano di un gruppetto di israeliani, vista da dentro un carroarmato. Ho trovato questo film prima di tutto molto presuntuoso, perché alla fine è un film onesto e nulla più. Addirittura una scena che (involontariamente?) vuole richiamare il celebre monologo di Marlon Brando in Apocalypse now. Cioè, siamo al ridicolo. Perché il film è mostruosamente inferiore, gli attori, onesti mestieranti, pure, e la sceneggiatura è abissalmente minima. Ti fa vedere subito un bel po’ di orrori, che guarda caso capitano tutti a sto carroarmato, per dirti “Bello, questa è la guerra, cosa credevi?”.
E io “Mona, cosa credi, che servano le tue lezioni, stronzetto?”.
E poi il film è ridicolo (involontariamente) anche in altre occasioni. Potrei dare anche un 7, ma i presuntuosi mi stanno sulle balle, e allora 6.
Questo film ha incredibilmente vinto a Venezia, battendo opere come A single man (nettamente superiore), Capitalism: a love story (idem), Soul kitchen (più bellino) e addirittura The road, ma dai, che giuria di rincoglioniti. Ecco, cambiare giuria ogni anno ha quel rischio, che poi alla fine se sbagli giurati impoverisci il prestigio di un premio. Il presidente era Ang Lee, meglio si metta alla regia, dove è pure bravissimo.
Incassi di super nicchia.
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