Regia di Chris Columbus vedi scheda film
I genitori dimenticano un figlio a casa, e partono per le vacanze. E il biondino.... sbancò il botteghino.
Finalmente, con più di trent'anni di ritardo, mi sono deciso a guardare questa macchina per stampare dollari a volontà. Non è che sia brutto, ma non è facile spiegare il successo planetario di questo filmetto. Forse è per il fatto che molti – specie tra il pubblico femminile – trovano il bambino simpaticissimo e bellissimo. Non possono bastare infatti, i momenti divertenti con i due criminali da strapazzo, e neppure la commozione a comando di certe sequenze per spiegarne il successo. Le mossette e gli sguardi del protagonista, probabilmente, ammaliano il pubblico.
Secondo me, la pellicola è passabile: moderatamente divertente, semplice ma non troppo, studiatamente zuccherosa e diretta con un'abilità da minimo sindacale, ma senza scendere sotto la sufficienza. Culkin, per quanto mi riguarda, non è molto simpatico, perché è un po' troppo saputello e furbo per la sua età. Joe Pesci, tra uno Scorsese e l'altro, accettò questo piccolo ruolo non impegnativo, ma evidentemente non si era sbagliato: il suo personaggio ha il suo perché e possiede qualcosa di originale. Di maniera, invece, e abbastanza anonimi, ho trovato tutti gli altri.
Diciamocelo: i trucchi con i quali il bambino colpisce gli intrusi hanno qua e là una dose di sadismo superiore alle commedie natalizie, e il regista rimane incerto se dare agli incidenti un aspetto e una consistenza da cartoon, oppure di mostrare due uomini veramente feriti e malmenati.
Comumbus dirige come uno scolaro che fa bene il suo compitino, ma senza fantasia e personalità; o meglio, egli è un Joe Dante senza intelligenza, senza idee intriganti, e disinteressato alla critica e satira sociale. Che cosa gli rimane, dunque? Solo tutto quel tanto che serve per confezionare il film natalizio per le grandi case di produzione di Hollywood, di sicura presa sul pubblico.
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