Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Questo film si può riassumere con una singola frase: "Tutto fumo e niente arrosto". Peccato per l'idea di partenza, perché era interessante, e per DiCaprio, che è sprecato.
Dom Cobb (L. DiCaprio) è un ladro professionista, che però agisce nella dimensione onirica della gente. Infatti entra nei sogni per estorcere segreti.
Ma stavolta viene assoldato non per rubare un segreto: Mr. Saito (K. Watanabe) lo incarica di "innestare" un'idea nella mente del figlio di un suo rivale in affari, Robert Michael Fischer (C. Murphy), per indurlo a dividere l'impero del padre.
Per il team di Cobb sarà una bella sfida, ma la situazione si complicherà ulteriormente nel momento in cui si svilupperanno vari sogni, uno dentro l'altro, e gli imprevisti si moltiplicheranno. Cristopher Nolan iniziò a scrivere la sceneggiatura di questo film nel 2002, poi la presentò alla Warner Bros nel 2008 e iniziò le riprese nel 2009, dopo sette anni di gestazione.
Ne esce un film infinitamente complesso, che parte da un'idea indubbiamente affascinante e originale (il rapporto tra realtà e sogno, l'idea che si possa manipolare la mente e l'inconscio delle persone), ma troppo cervellotico e arzigogolato per risultare appassionante, e che per vari motivi non può considerarsi riuscito.
Inception fin dalle prime scene si presenta come una specie di videogioco, dal quale lo spettatore dovrebbe verosimilmente essere coinvolto. E anche le varie complicazioni della trama, i salti da un sogno all'altro (vengono sviluppati ben cinque livelli narrativi) dovrebbero aumentare la curiosità dello spettatore e spronarlo ancora di più a riflettere e a seguire con attenzione il film.
Nolan, d'altra parte, pare divertirsi molto a giocare sulla confusione tra dimensione reale e onirica, attratto dal gioco degli specchi, lasciando sempre nel dubbio lo spettatore.
Ma tutta questa complessità finisce per annullare del tutto la tensione: infatti il film non coinvolge affatto, non emoziona, non si riesce a seguire né la storia, né ad amare veramente i personaggi, dal momento che non ce ne è uno che risulti credibile. Inception si riduce quindi a una specie di videogame, dove a trionfare sono inevitabilmente gli effetti speciali, la tecnologia digitale, a scapito di tutto il resto.
DiCaprio è sprecato, in un ruolo nel quale l'attore non ha la possibilità di esprimere il suo straordinario talento; questo perché dietro la trama manca una vera e propria idea di cinema, uno sguardo autoriale, presente invece in altri film interpretati da DiCaprio nello stesso periodo (ad esempio "Prova a prendermi" di Spielberg o "The Departed - il bene e il male" di Scorsese).
A convincere sono solo alcuni aspetti, come il senso di colpa di Dom Cobb per la morte della moglie, oppure singole sequenze, come quella conclusiva.
Ma alla fine si ha comunque l'impressione di aver perso il proprio tempo, dal momento che non bastano delle teorie filosofiche più o meno interessanti, una trama inutilmente complicata e indecifrabile e un tripudio di effetti speciali per fare un film. Ci vuole ben altro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta