Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Che Nolan è bravo lo sappiamo tutti, e sappiamo anche come riesca a infilare grigiore e mistero in qualunque storia. Qui verte verso la fantascienza, e riesce a non risultare soffocato di fronte a sbalorditivi effetti speciali. I suoi labirinti di sogni appaiono affascinanti e accattivanti fin dall'inizio, di quella genialità che potevamo trovare solo in "Matrix", se non in altri suoi film precedenti come "Memento". I labirinti psichici sono proprio il suo forte, a partire dal suo primo lungometraggio, l'esile esile "Following", fino all'intricatissimo e bellissimo "The Prestige", e infine nel già citato "Memento", dove trovava anche in un finale fulminante un tema veramente importante sul significato che ognuno dà della propria vita. Ma qui i labirinti psichici sono controllati dalle macchine, il sogno diventa strumento della tecnologia, viene scandagliato, si può "insegnare" come penetrarlo. Non per trovare l'ago nel pagliaio, ma non siamo troppo indifferenti di fronte a questa meccanizzazione del sogno, trovata geniale di cui non vengono analizzate le conseguenze dal punto di vista psicologico? Il film è complicato ma comprensibile, come gli schemi mentali che spiega illustrando come effettuare l'inserimento (the inception) del titolo, ma la mente è davvero studiabile e organizzabile razionalmente? E la trottola continua a girare..
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