Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Allibisco un poco nel leggere certi attacchi al cinema di Nolan e nello specifico a quel grandissimo film che è "Inception". Mi domando se ad indispettire molti utenti non sia stata la prima visione su Italia 1 con quelle infinite pause pubblicitarie buttate lì nei momenti meno opportuni e con una frequenza crescente nella seconda parte. Gli estremi per perdere la pazienza c'erano tutti ma non ne vedo menzione da nessuna parte per cui ci dev'essere qualcos'altro. Una trama incomprensibile? No, dai, il film si capisce - e bene - dove vuole andare a parare. Basta prestare un minimo d'attenzione in più rispetto a quella che viene mediamente concessa alla visione delle peggio cagate che il palinsesto televisivo ci propina quotidianamente. Il punto non è nemmeno questo e nel frattempo le invettive si sprecano. Mi decido a leggere qua e là qualche opinione negativa e qualcuna di quelle più morigerate, le positive - fra gli altri, God bless Pazuzu - le avevo già lette all'epoca dell'uscita cinematografica. Scopro così che le accuse al cineasta e al suo lavoro più chiacchierato sono la mancanza di originalità, l'eccesso di furbizia e l'arrogante velleità di voler girare un blockbuster d'autore. Quest'ultima, soprattutto, pare infiammare molti animi, del resto, come essere un vero autore con tutti quei soldi nel budget? I puristi, si sa, amano gli artisti con le pezze al culo, il cinema indipendente, quello underground, quello invisibile, possibilmente non americano. Innervosisce il fatto che in circolazione ci sia un cineasta in grado di gestire sacro e profano, non ci si capacità di tanta meraviglia di fronte ai suoi lavori e si sente puzza di marcio in ogni dove. Perché? Perché l'intrattenimento mainstream è una cosa ed il cinema pensato un'altra? Mi volete dire che siamo così piccoli da non accettare un timido primo passo verso quella che è un'evoluzione filmica a tutti gli effetti? Trovatemi un altro blockbuster con il potenziale narrativo di "Inception". Ve lo chiedo per favore. Datemi il titolo di un film prodotto da una major che si permetta il lusso di un plot lineare ma intricatissimo, giocato tutto sul confine fra realtà e finzione, dentro e fuori dal sogno, cosparso di paradossi e sottotesti come il senso di colpa e l'assuefazione alla finzione. Indomito, irrequieto, messo in scena con un gusto per fotografia e scenografia che vanno oltre la sterile patina del videogame, girato con un livello di tensione costante, ritmato come tanti action contemporanei non riescono ad essere. Popolato e recitato da un cast in stato di grazia che abbina giovani di talento (Page, Hardy, Gordon-Levitt, Murphy) alla classe di grandi caratteristi (Caine, Postlethwaite, Watanabe), tutti convincenti ed asserviti all'efficace lavoro di una coppia di grandi star che ha in Leonardo Di Caprio il suo assoluto e tormentatissimo protagonista ed in Marion Cotillard la sua musa disfunzionale. Epico, intenso, in grado di rimettersi in gioco con un solo sussulto e musicato alla grande da Hans Zimmer. Imperfetto, forse. A (piccoli) tratti didascalico, può darsi. Si sentono echi di Matrix, Strange Days, Shutter Island, eXistenZ, è innegabile. Ma tutto questo inficia veramente il risultato finale? Io non credo proprio, altrimenti ci meritiamo davvero un ulteriore lustro di adattamenti Marvel.
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