Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Spionaggio industriale, viaggi onirici e sensi di colpa: un altro vertiginoso labirinto mentale architettato da Nolan per la (croce e) delizia dello spettatore. Mi è sembrato un tantino più gratuito rispetto a Memento e The prestige (anche se, curiosamente, in tutti e tre l’intero meccanismo parte da una moglie morta in modo violento): dà l’impressione di una certa ipertrofia rispetto a un nucleo narrativo relativamente meno complesso di quanto viene fatto apparire. L’idea del sogno dentro un sogno non è affatto nuova, e qui viene semplicemente intensificata aumentanto i livelli (e di conseguenza la complessità). Inoltre dà fastidio l’aperto cedimento a un’estetica da blockbuster, specialmente in una seconda parte troppo fracassona, e i tanti riferimenti al cinema più o meno recente (e non sempre del più eletto): alla rinfusa, certe situazioni mi hanno ricordato eXistenZ (la confusione tra realtà e immaginazione), Minority report (la rievocazione virtuale della moglie), Ocean’s eleven (la formazione della ‘squadra’), e nel sottofinale ci vedo persino un ammicco a Quarto potere (la girandola come un succedaneo di Rosebud). Ma, tralasciando confronti inevitabilmente perdenti con i due precedenti capolavori, continua a esserci un po’ della stessa magia: con Nolan non si sa, non dico come andrà a finire il film, ma nemmeno cosa succederà nella prossima scena, e tanto mi basta per indurmi a vederlo.
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