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Inception

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Inception

di Kurtisonic
8 stelle

Una delle qualità di Inception è quella di presentarsi con una trama complessa, quasi cervellotica, e allo stesso tempo di fare percepire a chi guarda esattamente cosa sta vedendo e ottenerne una completa adesione. Si può obiettare che il film è comprensibilissimo, un esperto incursore mentale, s'insinua nella mente delle persone, si materializza nei loro sogni da cui estrae i segreti. Questa volta invece c'è una variante: l'incursione dovrà modificare la materia sognata, la dovrà condizionare per far cambiare comportamenti e decisioni nella vita reale una volta risvegliata la vittima. La posta in gioco è alta e pericolosa, l'esperto professionista, Cobb (Di Caprio in grande spolvero) si avvale di una squadra di specialisti che creano all'interno della mente del prescelto diversi livelli di sogno, uno dentro l'altro come scatole cinesi. Il regista Nolan,stratifica ad arte combinazioni sceniche e visioni oniriche che vengono recepite come verosimili versioni della realtà, l'azione è frenetica e spettacolare, il ritmo è serratissimo come il tempo che scandisce il passaggio da un livello all'altro del sogno. Come detto però, lo spettatore non si perde affatto, perchè la traccia da seguire è ben segnata dall'autore che lo guida dove vuole, senza spiegare e senza dissimulare le sue intenzioni. Il coinvolgimento e lo stordimento indubbiamente ci sono, siamo al pieno appagamento sensoriale ma siamo come spettatori, molto ben definiti al di qua dello schermo davanti al susseguirsi della finzione, senza scivolare dentro la storia. Nolan allora infarcisce la vicenda con il dramma personale di Cobb, scarnificato nel racconto e poco approfondito nella sostanza, utile però a intiepidire la freddezza di una tecnica fin troppo lucida e mirata. Alla fine la vicenda di Cobb rappresenterà l'indispensabile laccio di chiusura di un contenitore visivo quasi debordante. Inception si colloca come un ottimo esempio di cinema post moderno, dalle alchimie ornamentali e dalla sceneggiatura creativa, la parte parigina , il sogno centrale, l'effetto del triplo calcio restano impresse nello spettatore. Avrebbe giovato forse un pò di sostanza in più dai personaggi, troppo uniformati, troppo simili fra loro, e magari un pò meno virtuosismo fine a sè stesso ( erano necessari tanti livelli del sogno, se ognuno di questi non ha una forte connotazione col personaggio che lo gestisce?). Operazione felicemente riuscita a tavolino, lascia solo il rammarico per la mancanza di quel respiro irregolare e cinematografico che distingue l'arte da una superba e perfetta tecnologia.  

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