Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
I sogni non sono fatti per essere spiegati. Se fossero dotati di una logica, sarebbero infatti incapaci di sorprenderci con le loro svolte inaspettate, che prima trasformano la normalità in incubo, e poi acuiscono l’ansia sempre più, fino a scioglierla in un traumatico e brusco risveglio. Ciò che di loro rimane, nella mente desta, è la sensazione di una cronologia falsata, in cui sono possibili accelerazioni e rallentamenti, uno sviluppo circolare e la simultaneità tra passato e presente. Anche i luoghi e gli oggetti diventano deformabili e moltiplicabili a piacere, con paradossali sovrapposizioni tra qui ed altrove, tra ciò che conosciamo e ciò che ci è ignoto (era casa mia, ma era diversa, ed era in un altro posto). Inception sfrutta queste pazzesche potenzialità disciplinandole secondo il ritmo programmato e serrato di un action movie spionistico, in cui la confusione del quadro onirico è disaggregata in livelli distinti, dotato ognuno delle proprie coordinate spazio-temporali, come in un videogame ispirato alla teoria della relatività. Ciò che qui dura un anno, lì dura un secondo: realtà e apparenza si mescolano, e diventano di fatto equivalenti ed interscambiabili, perché si trasformano l’una nell’altra quando si modifica il proprio punto di vista. Costruire un’armonia, in questo universo mutevole e disomogeneo, significa isolare la struttura semplice nella complessità: è applicare l’intuizione razionale per articolare la fantasia in un linguaggio comprensibile, come quello dei toni di una melodia, che è la versione codificata e comunicabile del suono. La percezione indefinita assume allora un senso, che la sfronda delle irripetibili peculiarità del singolo fenomeno casuale, per restituirle, per contro, un carattere riconoscibile e marcato. In questo modo, il disordinato cinguettio degli uccelli, in una mattina di primavera, si traduce in una splendida sinfonia per orchestra, in cui il rumore della natura è presente come essenza distillata. Il film di Christopher Nolan dirige un concerto di piani narrativi, legati dal filo di un progetto da portare a termine, che, non a caso, ha come traguardo l’innesto di un’idea nell’individuo per il quale lo spettacolo è stato concepito. La trama del film è incentrata su un’opera di convincimento organizzata, collettiva e occulta, fondata su un’illusione che solo i suoi artefici possono manovrare, mentre sfugge al controllo di colui che la subisce: un complotto insidioso, però dolce e nonviolento, che non può non ricordare l’arte sublime, primordiale e intramontabile della recitazione e della messa in scena.
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