Regia di Vincenzo Terracciano vedi scheda film
Il punto focale del film di Terracciano è il personaggio di Franco Campanella a cui Castellitto riesce a donare un'ingombrante mediocrità.Un uomo piccolo e meschino,avvezzo da tempo immemore a perdere ma sempre desideroso di risalire la corrente cozzando continuamente contro i capricci del demone del gioco.Nella sua pervicacia non sembra così intelligente o forse è la dipendenza del gioco che crea degli zombie assetati di carte e corse di cavalli. Questa figura di giocatore perdente cronico,la sua ragnatela di bugie e di fughe anche all'interno dell'ambiente familiare(si è giocato anche i soldi destinati al matrimonio della figlia) sommate a una Napoli livida,fatta di vicoli bui e di fumose sale da gioco portano lo spettatore a empatizzare la figura del giocatore e a caricarsi di inquietudine per quello che gli si agita intorno.Strozzini,gente di malaffare,una boss dei vicoli(iaia Forte) attratta sessualmente da lui che arrriva anche a cancellargli una parte del debito sono il coro costante che sta dietro alle sue spalle.Un coro molto più presente della sua famiglia inopinatamente schiacciata dal suo vizio di perdere.Questa prima parte di film è veramente convincente,amara,un tuffo nel torbido da cui è difficile riemergere.Poi nell'ultima parte il racconto si sfilaccia dietro sottotesti altamente retorici e che stridono col realismo della prima parte.Si viene catapultati in una dimensione altra,quella del poker filmato,la partita che serve da riscatto dopo aver perso per una vita di seguito,il figlio che segue le orme paterne forse fino in fondo.E un finale fuoricampo.Troppa carne la fuoco:dalla commedia all'italiana(la fuga sulla funicolare),il dramma familiare(la presa di coscienza della pericolosità di Franco) fino alla svolta stile Gomorra.E la debolezza della seconda parte coincide con il ridimensionamento del personaggio recitato da Castellitto.Sarà solo un caso?Pur nelle sue imperfezioni è però esponente di quel cinema medio che tanto manca in Italia.Dispiace che il pubblico lo abbia praticamente ignorato....
la regia nella prima parte è efficace
otima prova
abbastanza convincente
bella ma acerba
una parte piccola ma importante
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