Regia di Daniel Alfredson vedi scheda film
Mentre negli States stanno preparando i remake (e in questi giorni è nelle sale la prima parte, Uomini che odiano le donne), ecco il terzo e ultimo capitolo ricavato dall’ormai celeberrima Trilogia di Stieg Larsson, lo sfortunato scrittore svedese morto poco prima dello straordinario successo mondiale dei suoi libri. Un filo più appassionante del secondo adattamento cinematografico (La ragazza che giocava con il fuoco), La regina dei castelli di carta (titolo misterioso, almeno per chi non ha letto i romanzi) vive come e più degli altri dello sfrontato e imperioso orgoglio del suo personaggio centrale, Lisbeth Salander, interpretato da Noomi Rapace, attrice che rischia seriamente di essere ricordata per sempre esclusivamente nei panni della fanciulla punk violata dal padre e per questo trasformata in una “gioiosa macchina da guerra” vendicativa (un po’ quello che è accaduto all’Anthony Perkins della saga di Psycho). Insomma, anche qui come nei precedenti, il ritmo l’atmosfera la fotografia la recitazione (con l’esclusione, appunto, della Rapace) è alla Derrick e c’è da scommettere che in Tv l’intera Trilogia troverà nuovi adepti. Quanto alla trama, aggrovigliata e fitta nei tomi originari al punto da costringere gli sceneggiatori a sintesi quanto meno ardite, nulla che non si possa benevolmente immaginare se reduci dalle visioni di Uomini che odiano le donne e La ragazza che giocava con il fuoco.
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