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La ragazza che giocava con il fuoco

Regia di Daniel Alfredson vedi scheda film

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La recensione su La ragazza che giocava con il fuoco

di bradipo68
6 stelle

Ammetto che il primo film tratto dai romanzi di Stieg Larsson,Uomini che odiano le donne,era stato per me una grossa sorpresa:il classico film su cui non avrei scommesso un soldo bucato e che invece era andato oltre le mie più rosee aspettative.Aspettavo questo sequel con curiosità e devo dire che pur essendo questo secondo film sulle gesta dell'hacker Lisbeth Salander e sul gruppo Millennium inferiore al primo non sono rimasto affatto deluso.Diciamo che ci sono alcuni punti in cui è nettamente inferiore al primo,altri in cui gli è superiore.La messa in scena di Alfredson è senza dubbio superiore a quella di Oplev che forse era più attento a ricreare l'atmosfera sulfurea che sembrava disegnare i contorni del primo film.Questo secondo film è molto più rifinito formalmente ha una fotografia di pregio,una vicenda meno misteriosa ma più articolata,alcuni colpi di scena che tengono desta l'attenzione.E'un film di genere ben definito a differenza del primo che era come sospeso in un limbo di ghiaccio necessario per tenere nascoste le proprie carte(e far aumentare la tensione) fin quasi alla fine del film.In questo sequel invece la vicenda è molto più lineare,Lisbeth viene coinvolta non volendo in un triplice omicidio e deve fare di tutto per discolparsi(una delle tematiche più presenti nel cinema di Hitchcock,l'innocente creduto colpevole che deve dimostrare la propria innocenza).Accanto a questa vicenda c'è la lotta di Lisbeth con i fantasmi che vengono dal suo passato.Una svolta anche risaputa e priva dell'originalità che caratterizzava il copione del primo film.L'attendibiltà del dipanarsi della vicenda non è sicuramente il pregio migliore del film:ci sono giornalisti molto più svegli di poliziotti(e che non li informano delle loro scoperte),ci sono un pò troppi personaggi secondari che hanno poco o nulla da dire,ci sono particolari un po'forzati(tipo il giornalista che trova dove si nasconde Lisbeth e comincia tranquillamente a guardare quello che c'è nel suo computer;volete che una che fa di professione la hacker non metta uno straccio di password sul suo computer?).Il finale,sospeso è fin troppo semplicistico per come era intricata la situazione e soprattutto è in sospeso in attesa del terzo capitolo della saga.Come nel primo film l'ambientazione scandinava è uno dei punti forti della pellicola,inconsueta,affabulatoria nel fornire sfondi abbastanza inediti per un film giallo.E poi c'è lei ,il fascio di muscoli e terminazioni nervose che risponde al nome di Noomi Rapace:in questo sequel diciamo che si "normalizza" perdendo qualcosa in incisività.L'angelo punk caduto dal cielo del primo film è cresciuto,fuma in continuazione,è sempre molto sveglio.Forse pure troppo.La rabbia postadolescenziale che era espressa nel primo film lascia il posto a una consapevolezza dei propri mezzi,meno rabbia e più calcolo.Sarà uno sviluppo anche necessario del personaggio ma preferivo la prima incarnazione di Lisbeth: era qualcosa di realmente mai visto ....

Su Daniel Alfredson

la messa in scena è sapiente

Su Noomi Rapace

più normalizzata risptto al primo film

Su Michael Nyqvist

sempre inespressivo...

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