Regia di George A. Romero vedi scheda film
I ragazzi di un college e il loro professore decidono di girare in digitale un film dell’orrore, con una mummia protagonista. Ancora non sanno che il mondo è impazzito e i morti viventi sono tra noi. La videocamera non si spegne (quasi) mai, e l’avanzata degli zombi viene raccontata in tempo reale. Finalmente in Italia Diary of the Dead, il più teorico film di George A. Romero che segna il nuovo inizio della sua più celebre saga. Si comincia come in un reportage televisivo e si finisce in una sala di montaggio. In mezzo, la cronaca “personale”, diaristica appunto, della distruzione di una civiltà. Con un utilizzo sapientissimo dei mezzi di comunicazione orizzontali, ovvero accessibili a tutti, tra i quali Internet e appunto il digitale, il regista di Pittsburgh dimostra come si possa fare cinema indipendente e sperimentale con il fiato lungo di una storia bellissima. Se neppure la morte è certa in un contesto da reality o di fronte alle telecamere di un Tg, cosa resta della “verità”? I giovani studenti sembrano corifei di una nuova forma di espressione (la videocamera come una croce sulle spalle), e quindi della ribellione, ma anche per loro il domani è feroce. I soldati che irrompono nel camper dei ragazzi sono i protagonisti del capitolo successivo della serie, Survival of the Dead.
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