Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Piccola pausa dal lungometraggio per Sokurov. Il compito di raccontare è affidato alle voci di un indefinito gruppo di persone, le quali narrano brevi racconti aventi per scenario la Leningrado dei tristemente celebri 900 giorni. Il cineasta russo, recuperate le testimonianze d’epoca (o meglio, le deposizioni raccolte negli anni successivi) rende loro giustizia facendo rivivere i resoconti di quei bui mesi di tribolazione attraverso le parole della gente reclutata. Non mancano immagini di repertorio e c’è pure musica dell’epoca in questione, ma ci si riesce ad immergere nell’ascolto soltanto fino a un certo punto. In casi come questi preferiremmo tutti avere direttamente fra le mani il testo di origine piuttosto che lasciarci trasmettere emozioni filtrate dallo schermo: la potenza del cinema non ha uguali, ma quando si parla di lettura vera e propria fra occhio e pagina non dovrebbero esserci limiti di alcun tipo nè rapporti indiretti. Non è una critica, solo una puntualizzazione necessaria. La buona fede di Sokurov è indiscutibile, la sua missione “valorizzatrice” può dirsi abbastanza riuscita. Una curiosità per appassionati.
sfilza di gente comune dedita alla rievocazione del passato tramite lettura.
molto bella
senza infamia e senza lode
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