Regia di Elisabetta Sgarbi vedi scheda film
Vedere un nome come Sgarbi comparire in un’operazione come questa mi ha fatto fare un sussulto, diciamo subito che si tratta della sorella Elisabetta, anche se il fratello è intervenuto sugli scritti letti dagli attori. Eppure bisogna saper passare sopra a certi preconcetti familiari, perché l’operazione è più che interessante, oltre che affascinante. Si parla dei concetti espressi dal fotografo Luigi Ghirri che aveva in mente un’idea di porsi con l’obbiettivo attraverso le stagioni, che qui vengono classificate in cinque: Primavera, Estate, Autunno, Inverno e Primavera Notturna. Il fotografo diceva che fotografare è come spalancare una finestra e affacciarsi e guardare con un occhio puro, e cioè il mondo che guarda il mondo. Ed il film si pone sempre davanti ad una finestra da cui passano immagini riprese, messe a contatto con le foto dell’artista. Il discorso delle stagioni era un vero e proprio progetto che Ghirri aveva, avere una casa su cui impostare delle mostre che variavano al passare delle stagioni. La Sgarbi affronta l’argomento con una sensibilità davvero rara e senza mai scadere nel facile effetto, i dialoghi per lo più sono presi, dallo stesso Ghirri e da Sokurov, e in divenire su altri nomi fra cui il fratello Sgarbi.
mi è sevito ad approfondire Ghirri, e conoscere le sue tematiche, che quasi escludono l'uomo
Battiato ha fatto un lavoro eccelente che collima perfettamente con le immagini
E' riuscita a centrare l'argomento Ghirri in maniera non manieristica, ma da artista
solo immagini
voce ed immagine
solo voce
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