Regia di Marco Simon Puccioni vedi scheda film
Un film di volti e di parole che hanno lo stesso colore. Il colore delle parole è un documentario sull’immigrazione che finalmente si concentra sulla voce degli immigrati. Ci aveva già provato, attraverso la finzione, il regista Marco Simon Puccioni, con un piccolo film dal grande respiro come Riparo. Anis era tunisino, Teodoro viene dal Camerum, ma la storia non cambia. Dall’Africa all’Italia, dagli anni 70 a oggi, incasellando i racconti del poeta Teodoro Ngana e di altri tre suoi compagni emigrati a Roma. Il nostro Paese osservato dagli occhi di uno straniero che lo ama appare come un’enorme bolla che vorremmo far scoppiare. Non tanto per i passi indietro fatti nel tempo con una sequela di leggi sull’argomento sempre più sbagliate, né per quel nostro latente razzismo, che è cosa nota. Il colore delle parole è un viaggio nella cultura africana che, messa a confronto con la nostra, non può che farci sentire dentro un degrado sociale, culturale e umano che lascia senza fiato. Sensazione che durerebbe come al solito un attimo. Se, sfruttando i codici più ordinari del cinema del reale, a Puccioni non riuscisse un piccolo miracolo. Arrivare, oltre lo sguardo, alla testa e al cuore.
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