Regia di Bobby Paunescu vedi scheda film
Francesca (Monica Birladeanu), una ragazza rumena, bella e molto determinata, vuole lasciare il suo paese ed emigrare in Italia, per fare in un primo momento la badante e successivamente aprire un asilo nido: per fare questo però necessita dell'aiuto e del sostegno di genitori, parenti e del suo ragazzo, Mita (Doru Boguta), coinvolto in un affare losco con dei malavitosi.
Francesca getta tutta se stessa nel suo piano, combattendo la diffidenza dei suoi genitori in primis - il padre, separato dalla madre di lei e convivente con una donna molto più giovane, in una scena segnata da un vivace umorismo, la mette in guardia dal partire per l'Italia, dove, parole sue, "Quella p.....a della Mussolini ci vorrebbe vedere tutti morti e quel sindaco di Verona ci odia tutti" (dialoghi che hanno addirittura innescato una causa legale, con la Mussolini, poi perdente, che voleva impedire la distribuzione del film sul nostro mercato) e poi ancora la incalza dicendo che gli italiani guardano con occhi strani le donne dell'Est - e poi del suo ragazzo, che le chiede di attendere la conclusione del suo 'affare'.
E' singolare che un paese come la Romania, a quasi trent'anni dalla fine della dittatura di Ceausescu, si barcamena ancora in un certo immobilismo, segnato dal predominio della burocrazia di Stato (significativa in tal senso la scena presso un ufficio pubblico con Mita che si reca per chiedere un favore a un funzionario suo amico), che soffoca quasi ogni altra attività o iniziativa, abbia al contrario prodotto una cinematografia in fermento, fatta da diversi autori in ascesa, che si sono fatti conoscere e apprezzare in giro per il mondo, tra i quali si può tranquillamente annoverare Bobby Paunescu, regista di 'Francesca': il film - attraverso la figura della protagonista - è il ritratto desolante e disincantato di un paese che non riesce a staccarsi da un modo di vedere e vivere le cose arretrato e immobilista, in cui vige ancora la regola del favore sotto banco, della corruzione e dell'ottenimento di un vantaggio recandosi presso il potente di turno(nello specifico il padrino di Francesca).
Paunescu, tranne che nello sconcertante e senza speranze finale, opta per un tono da commedia permeata di un certo sarcasmo, in cui regnano gli egoismi e le meschinità dei singoli personaggi, che alla fine avranno la meglio sull'unico positivo, Francesca, destinata a una sconfitta che pare(va) sin dal principio ineluttabile.Lunghi piani sequenza - nel solco di altri autori connazionali - dialoghi vivaci e arguti, buoni interpreti e solo qualche lungaggine come punto a sfavore, fanno di 'Francesca' un film che ben rappresenta la radiografia dello stato di impasse in cui si trova un intero paese, combattuto tra rigurgiti del passato e spinte verso un futuro incerto.
Voto: 7,5.
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