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Su Netflix è possibile visionare il film The Blind Side, un film americano di successo risalente al 2009.
La pellicola, che godette di un buon riscontro sia di critica che di pubblico (ma in Italia il film uscì molto in ritardo e sulla scia dei premi ricevuti ben più avanti rispetto all'uscita originaria nelle sale americane), permise ad una star indiscussa del jet set hollywoodiano come è tutt'ora Sandra Bullock, di ottenere l'ambita statuetta degli Oscar come migliore attrice protagonista nel 2010, dopo essere stata premiata ai non meno prestigiosi Golden Globe.
Le incredibili vicissitudini e tribolazioni di vita del giovane gigante Michael Oher, futuro campione di Football americano in un determinante ruolo difensivo, stanno al centro della vicenda narrata in The blid side, che romanza la storia vera del campione, senza tuttavia stravolgerne la basilarità dei fatti realmente accaduti.
Il ragazzone nero è orfano di padre e con una madre affetta da tossicodipendenza, e pertanto affidato alle cure statali, che lo vedono girare diversi istituti, ove ne viene riconosciuto il valore sportivo grazie alla sua fisicità proprompente, ma ne viene pressoché accertata una certa latente carenza intellettuale.
Finito per essere iscritto ad una buona scuola cattolica grazie alla sua resa sportiva e all'interessamento di un suo coach, il ragazzone viene notato da una agiata madre di famiglia che, dopo averlo ospitato a casa assieme al figlio per una occasione saltuaria, finisce con l'affezionarsi all'omone, tanto da cercare a tutti i costi di adottarlo.
"Chi l'avrebbe mai detto che avremmo avuto un figlio nero prima di conoscere un democratico?"
Ne succederanno davvero di tutti i colori, tra dolori, disgrazie ed anche gioie e lieti eventi, lungo un turbine narrativo dai toni melodrammatici che lascia spazio ai buoni sentimenti, cercando il film di non eccedere nel buonismo e nella troppo facile retorica tipicamente americana.
L'incontro tra un povero ragazzo afro-americano disgraziato ed afflitto da problemi più grandi del suo possente corpo da peso massimo, sono narrati nella logica tutta americana che tende a perdersi nell'afflato edificante ed estremamente sentimentale che pare reggere le colonne del buon pensiero americano medio.
"Che cosa c'è scritto là? Cristiano.
E' una parola che significa qualcosa o è soltanto decorativa?
Voi non ammetterete Michael Oher per via dello sport: lo ammetterete perché è la cosa giusta da fare."
Le basi per svilire la storia sui sentieri decisamente insopportabili del pietismo più fuori controllo tipicamente a stelle e strisce, c'erano tutte, ma in realtà il film di John Lee Hancock, regista giunto con questo film al suo terzo lungometraggio, ed autore dei successivi e più o meno interessanti Saving Mr. Banks (2013), The Founder (2016), Highwaymen (2019) fino al recente, ed invero fiacco thriller Fino all'ultimo indizio (2021), finisce per dimostrarsi uno dei titoli più riusciti della carriera del cineasta.
Merito, più che del pingue, innocuo protagonista (Quinton Aaron), della interpretazione grintosa di una tosta Sandra Bullock, decisamente strepitosa nei panni della ricca casalinga repubblicana che agisce di cuore in barba ad ogni imposizione di status e di ruolo che la propria agiata provenienza avrebbe dovuto dettarle in base a regole di etichetta che troppo spesso sovrastano più di ogni altro ragionevole sentimento.
La Bullock, nonostante la schiera di film leggeri in cui brillava come interprete dalla spiccata verve anche comica, oltre che energica, sfodera in questo suo ruolo di rilievo tutto il proprio carisma, meritandosi appieno la prestigiosa statuetta guadagnatasi col ruolo.
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