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Io sono l'amore

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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La recensione su Io sono l'amore

di maghella
6 stelle

È  difficile fare i film d'amore. È  difficile fare i film d'amore in Italia. Questo di Luca Guadagnino è  venuto bene, se non fosse stato per alcune cose che, mentre guardavo il film mi piacevano, dopo la visione invece mi hanno lasciata perplessa. Mi spiego.

La storia d'amore improbabile tra una ricca signora dell'alta borghesia milanese e un giovane cuoco, amico del figlio, nasconde in verità  (o cerca di esserne la metafora) di una crisi sociale dei nostri tempi molto più profonda.

Emma (Tilda Swinton) è la moglie di origini russe di Tancredi (Pippo Delbono), erede di una famosa e antica azienda tessile milanese. I due hanno 3 figli, di cui Edo (Flavio Parenti) il più  grande  è quello che appare più sensibile ad una concezione del lavoro più  vicina a quella che era del nonno (Gabriele Ferzetti), il patriarca della famiglia e fondatore dell'azienda

Quando il nonno muore, Tancredi e Edo prendono in mano il futuro dell'azienda. Ma mentre Edo rincorre gli ideali etici del nonno, il padre prende accordi con gli arabi per vendere tutto. In tutto questo Emma e la suocera continuano la loro vita agiata, apparentemente senza cambiamenti. In realtà tutto ciò che è la parte profonda e sentimentale dei componenti della famiglia sta cambiando. La figlia minore Betta (Alba Rohrwacher) scopre la sua omosessualità, Edo cerca di costruirsi una sua indipendenza finanziando il progetto di un nuovo ristorante per l'amico Antonio (Edoardo Gabriellini), non accorgendosi che l'amico e sua madre si stanno innamorando.

Emma è travolta da questa nuova passione, fatta di cose semplici, di sesso tra i prati, tra sapori e profumi di una cucina ricca e modesta nello stesso tempo. Emma riscopre il suo essere profondo, le sue origini russe ritornano prepotenti. Sarà proprio per aver rivelato ad Antonio la ricetta di un piatto della sua terra, il preferito di Edo, che accadrà l'irreparabile. 

La prima parte del film e della storia scorre veloce, e vengo presa dall'ottima e attenta presentazione dei personaggi. Purtroppo quando si scende nell'evolversi degli eventi, la narrazione pecca di eccessi e sembra quasi autocompiacersi nel sostare sui particolari. L'ultima parte poi, che in teoria sarebbe dovuta essere quella più ricca di pathos, diventa estremamente simbolica e decisamente pesante. Spariscono dei personaggi,  relegati a contorno. Le conclusioni rimangono aleatorie,  immaginate e supposte, e il film mostra tutte le fragilità  che pensavo passeggere e che speravo avrebbero trovato nel finale una conclusione degna. Così  non è ed è un vero peccato perché  il film ha delle buone intuizioni e intenzioni; ottimi interpreti - Tilda Swinton su tutti, che tra l'altro è  anche una delle produttrici del film -; una fotografia eccellente. La maggior pecca del film è che vuole essere troppo "ricercato" e questo gli leva quella carica emotiva necessaria (almeno per me) per coinvolgermi.

 

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