Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
Io sono l'amore è un film importante per un panorama cinematografico asfittico come quello italiano sempre alla ricerca di new sensations e soprattutto di autori che riescano a essere equidistanti dalla critica e dal pubblico ,cioè che piacciano alla prima e non vengano disdegnati dallo spettatore.E la pellicola di Guadagnino cerca di muoversi esattamente in questo senso,anche se il pubblico italiano lo ha praticamente ignorato(mentre negli USA è andato bene).Io sono l'amore porta avanti un'idea di cinema meno provinciale rispetto a quanto noi siamo abituati,un'elaborazione formale aliena alla maggior parte del nostro cinema low budget(per non parlare dei numerosissimi film no budget che da noi vengono prodotti),un cast che vada oltre la solita passerella di volti televisivi prestati per una volta al cinema.E tutto questo è indubbiamente meritorio.Ma da qui a lasciarsi andare ad eccessivo entusiasmo ce ne passa.Secondo me il film di Guadagnino è spiegato per filo e per segno nella prime sequenze,quelle bellissime di palazzi e giardini innevati che fanno da sfondo ai titoli di testa.E'un cinema gelido in cui l'emozione è raffreddata oltre ogni limite.Ecco perchè pur affascinato dalla bellezza indubbia delle immagini proposte,dalla loro elaborazione grazie a una fotografia di pregio,dalla recitazione su buoni livelli di quasi tutto il cast, mi è stato difficile,se non impossibile abbandonarmi all' emozione davanti a una materia narrativa di quelle che vorrebbero cavarti il cuore dal petto.In un universo cristallizzato in cui ognuno ha il suo ruolo stabilito da regole ataviche non scritte emerge la variabile impazzita della storia d'amore tra la donna che è esponente tipico dell'universo di cui sopra e un uomo al di fuori del suo mondo.E per giunta della stessa età di suo figlio.E quando questo sentimento ribelle sarà scoperto da altri esponenti della famiglia la tragedia sarà in agguato.In questi snodi Guadagnino sembra piuttosto meccanico e impersonale,cita Visconti(addirittura acconcia Delbono da clone improprio di Dirk Bogarde e lui aderisce fisicamente al modello in modo impressionante) e i suoi dei caduti dal cielo con una spruzzata di Fassbinder.Cita correttamente ma questo non vuol dire fare del grande cinema.E quelle sequenze in primissimo piano di insetti svolazzanti in formato panoramico stile National Geographic che anticipano quelle degli amanti in sess(i)o(ne) campestre potevano essere anche risparmiate,totalmente inutili nell'economia del racconto e dello spettacolo.Probabilmente l'equivoco in cui è incorsa molta critica italiana(mentre quella internazionale è stata più cauta) è dovuto alla rarità assoluta di un film come questo nel nostro cinema:elegante ma che rischia spesso di collassare sotto il peso delle proprie immagini.In fondo Io sono l'amore narra una vicenda che farebbe la fortuna di molte soap operas con una bellezza formale che non c'entra nulla con l'estetica raccogliticcia della fiction televisiva.La divina Tilda Swinton col suo fisico squisitamente androgino,il suo volto senza tempo e il suo collo da cigno(bianco) è anima e corpo di questo film.Io sono l'amore senza di lei sarebbe ben poca cosa.
regia sontuosa nei movimenti di macchina ma a tratti l'emozione latita
l'unica ragione di essere del film
non male
piuttosto bravo
parte in secondo piano
bogardeggia
bellezza di stampo antico che qui è lasciata in secondo piano
notevole
cameo di lusso
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