Regia di Mario Soldati vedi scheda film
Storia di fantasmi sul Lago di Como, dove si dimostra (o si cerca di farlo) che, contrariamente a quanto pensa la psichiatria di ieri e di oggi, la follia è contagiosa. Ma se la trama sugli spettri, che si annidano più nella mente della protagonista che nel palazzotto lariano, lascia il tempo che trova, conta lo stile del regista, all'epoca definito, in senso dispregiativo, calligrafico. Questo tenersi lontano dai toni celebrativi del cinema di regime consente all'autore di mutuare temi e stili tipici degli americani e dei sovietici, fino a creare, per paradosso, un qualcosa di quasi originale.
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