Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Il comandante di una nave mercantile fa la spola tra Barcellona e Genova, ha una donna in entrambe le città e contrabbanda merce imprecisata (sigarette, droga? non si sa: viene chiamata solo “quella roba”); la sua vita randagia ha una svolta quando si affeziona al figlioletto di una ragazza madre, il cui fidanzato marinaio era morto in un naufragio. Matarazzo dirige per l’ultima volta la coppia Nazzari-Sanson, aggiungendo un’appendice inessenziale alla serie di melodrammi dei primi anni ’50: è la stanca ripetizione di un soggetto già svolto troppe volte, e fa riferimento a un immaginario ormai in declino (per capirsi: nello stesso anno è uscito I soliti ignoti, che sembra appartenere a un altro mondo). Le esigenze della coproduzione impongono la letale presenza di un bambino particolarmente insopportabile con le sue smorfie e lagne: è soprattutto lui che abbassa il voto. Il titolo non c’entra nulla, anche se rende bene il senso di una fine: è quello di una canzone che viene eseguita dalla spagnola, cantante di night (ma doppiata da Marisa Del Frate).
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