Regia di Nancy Meyers vedi scheda film
Fin dai titoli di testa, che accompagnano la laccata e compiaciuta carrellata sui tetti delle case losangeline, E’ complicato sfoggia l’inequivocabile marchio “Nancy Meyers”. E ritornano qui, come da copione, tutte le sue placide ossessioni, dall’intreccio amoroso fra coppie ormai mature alle, appunto, ville enormi e luccicanti, dal contesto rassicurante (che tra orticelli e cucine, festini e famiglie in fiore, non lascia spazio nemmeno per errore ad altri potenziali stimoli esterni, politici, culturali o etici che siano) alle interminabili sequenze dialogate, senza che nessuno dei suoi ‘temi’ rischi di venire trascurato.
Se non che, mentre in What women want l’ideuzza che stava alla base del film bastava a mantenere viva l’attenzione almeno per un po’, in Tutto può succedere nonostante tutto la coppia Keaton-Nicholson reggeva bene una trama risaputa, e in The holiday le calorose strizzatine d’occhio alla cinematografia (lo sceneggiatore, il compositore di soundtracks, la montatrice di trailer…) erano delle gustose chicche, qui il meccanismo già stanco e noiosetto di per sé si inceppa, e gli attori (per quanto si ubriachino, dicano parolacce, si facciano le canne e facciano sesso – pardon, ne parlino tanto -), stavolta non riescono ad oliarlo.
Qualche sorriso qua e là grazie alla scatenatissima Streep; ma nel complesso regia, sceneggiatura, la storia stessa, tutto si trascina stancamente nei suoi stereotipi, nei suoi crismi imbellettati e stantii, nel suo spunto alla fine svuotato di qualsiasi attrattiva, e nei suoi battibecchi bolliti e rammolliti, mosci come il panciotto dell’autoironico Alec Baldwin.
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