Regia di F. Gary Gray vedi scheda film
Gary F. Gray è uno di quei registi a cottimo usciti a pieni voti dalle scuole di Hollywood. Uno che sa come tradurre un copione (in questo caso, quello di Kurt Wimmer) in spettacolo puro, a condizione che il budget sia adeguato. Il problema è che vuole sempre strafare, il che gli rende benissimo al botteghino, ma lascia decisamente più perplesso chi si aspetta qualcosa di più da un thriller, genere del quale è specialista. È esattamente quanto capita con questo Giustizia privata, che sembra una sintesi tra le diavolerie di 007 e lo spirito vendicativo de Il giustiziere della notte. A Clyde Shelton (Butler) due balordi hanno ucciso moglie e figlia. Il suo avvocato (Foxx) - un ambiziosissimo professionista di Philadeplhia - ha patteggiato e il giudice ha emesso una sentenza assai disinvolta. Dieci anni dopo Clyde decide di montare un piano mirato a distruggere l'intero sistema legislativo a colpi di morti ammazzati e grazie all'ausilio di invenzioni tecnologiche decisamente fantascientifiche.
La regia spinge a fondo sul pedale del grand guignol e abbonda con esplosioni ed effetti speciali, ma la storia è talmente poco credibile e la narrazione talmente macabra e sadica da rimanere una spanna dall'ottimo remake che lo stesso regista fece di The italian job.
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