Regia di F. Gary Gray vedi scheda film
Nella cornice del legal thriller coniata dagli scrittori John Grisham e Scott Thurow, un film che può far discutere,anche se infine si tratta di una pellicola da ampie platee che giustifica se stessa nel far sobbalzare lo spettatore incuriosendolo via via su quale piega può prendere la vicenda raccontata. Se lo spunto di base è non privo di acume (un vendicatore che vuole sterminare chiunque ritenga colpevole di aver rovinato la propria esistenza,che ha disseminato trappole mortali,e, essendo già in carcere risulta difficilmente accusabile e comunque destinato ad essere punito), e la tenuta di spettacolo comunque dimostri l'abilità della mano di Gray,mai esploso davvero,ma capace di un discreto cinema thrilling, è ovvio che la retorica che sa di reazionario dell'assunto venga fuori:se la legge non è in grado di proteggere il cittadino dal Male,o non sa punire adeguatamente chi si macchia di crimini inverecondi, cos'altro fare se non provvedere con ferocia e da soli?La logica di Charles Bronson versione "giustiziere della notte",Chuck Norris & company non è lontana,seppur in una cornice più moderna e meglio impostata:semmai,visti gli sviluppi narrativi sull'identità del personaggio di Butler,risulta poco probabile che due tagliagole qualsiasi riescano in un batter di ciglia ad aver ragione del suo personaggio. Capace di un paio di scene ad effetto perlomeno (la morte della giudice,improvvisa e inaspettata,è comunque un colpo di copione azzeccato), giunge ad una conclusione che vede risolversi le cose prevedibilmente,ma senza rispettare quell'ambiguità morale di cui i personaggi,comunque portatori,avrebbero dovuto rappresentare meglio. E se Butler continua a non trovare altri film che lo lancino come star,dopo l'exploit di "300", dispiace vedere Colm Meaney,la versione irlandese di Gene Hackman,ripiegare su un ruolo secondario in cui non imprime niente della sua carica d'attore.
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