Regia di Marina Spada vedi scheda film
Documentario breve, cinquanta minuti, che prova a entrare, con grazia, nell'universo poetico di Antonia Pozzi, la più grande poetessa che l'Italia abbia mai avuto, troppo dimenticata, troppo sottovalutata. La Spada, encomiabile nel suo tentativo di riportare la luce sulle parole e sulla vita della Pozzi, fallisce completamente l'approccio, a mio modo di vedere. Se il lavoro ha una sua forza quando le immagini e le parole di Antonia s'intrecciano, crolla miseramente nella scelta demenziale di passare ai giorni nostri coinvolgendo un gruppo di ragazzotti senza arte ne parte, fintamente bohémien, che recitando malissimo, fingono sorpresa nello scoprire la poesia della Pozzi. Vengono, quindi, usati tutti i mezzi moderni per raccontare il loro "rivoluzionario" modo di portare la poesia nella Milano moderna di oggi. E il doc sprofonda inesorabilmente, si finisce per odiare i tre figuri e per non sentire più l'eco della grande poesia della poetessa milanese. Un pasticcio indigeribile.
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