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The Horde

Regia di Benjamin Rocher, Yannick Dahan vedi scheda film

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La recensione su The Horde

di supadany
6 stelle

Più che onesto, e pure divertente nel suo centrifugare sangue ed azione in quantità industriali, questo zombie-movie francese diretto da una coppia di registi che ha studiato la lezione piuttosto bene prima di mettersi all’opera.

Il risultato è una pellicola scaltra e spietatamente veloce, che però non raggiunge i livelli dei film analoghi migliori e che poco di suo agli stessi è in grado di aggiungere.

Jimenez (Aurelien Recoing), Ouessem (Jean-Pierre Martins), Tony (Antoine Oppenheim) e Aurore (Claude Perron) sono quattro poliziotti in cerca di vendetta nei confronti di un manipolo di malviventi capitanati da due fratelli nigeriani Adewale (Eriq Ebouaney) Bola (Doudou Masta).

Quest’ultimi si trovano all’ultimo piano di un palazzo fatiscente situato nella periferia parigina e mentre i poliziotti stanno sferrando la loro offensiva, peraltro con scarso successo, si accorgono che al di fuori delle creature feroci ed incontrollabili stanno circondando, ed entrando, nell’edificio.

Uscirne sarà impresa ardua anche perché ne i poliziotti ne i criminali hanno l’intenzione di collaborare fattivamente per la salvezza reciproca.

 

Jean-Pierre Martins

The Horde (2009): Jean-Pierre Martins

 

Buoni contro cattivi, ma poi intervengono pure i supercattivi e tutto (o quasi) cambia in un attimo.

Il film della coppia Dahan-Rocher parte come una scheggia e non si ferma di fronte a nulla, anche se nell’inanellare tanta azione e parecchio sangue non colpisce sempre  l’attenzione in maniera particolare, anche se almeno un paio di sequenze sono davvero sopra le righe e ottimamente proposte (soprattutto la scena dove Aurore distrugge a calci e pugni uno zombie) ed un po’ tutto l’insieme fila via liscio come l’olio.

Certo anche qualche idea di contorno significativa non manca (le immagini dell’orizzonte in fiamme, il “simpatico” nonnetto grassoccio, e un pò psicolabile, che si unisce al gruppo) ed il finale, che comunque ricalca quanto il genere ha già più volte mostrato, ha un suo perché sospeso tra fato (la fine è quella che deve essere) e vendetta (nonostante tutto la soddisfazione di aver conseguito il proprio obiettivo inziale ha un suo gusto particolare).

Per il resto quasi tutto si lascia guardare, ma grandi iniziative non ne ho notate, così nel complesso mi è parso un prodotto interessante, sotto tanti punti di vista abbastanza ordinario, ma con qualche acuto niente male.

Discreto.

 

Yannick Dahan

Tanto ritmo e qualche buona idea per condire un piatto già cucinato meglio in passato.

Benjamin Rocher

Tanto ritmo e qualche buona idea per condire un piatto già cucinato meglio in passato.

Eriq Ebouaney

Prova di carattere, quello che riesce a fornire al suo personaggio.

Tutto d'un pezzo.

Jo Prestia

Abbastanza efficace in un ruolo truce e scorretto.

Jean-Pierre Martins

Anche lui ci mette il fisico ed il carattere non sfigurando affatto.

Aurélien Recoing

Sufficiente.

Claude Perron

Tosta, il suo "corpo a corpo" con una zombie rimane uno dei momenti migliori di tutto il film.

Alain Figlarz

Sufficiente.

Yves Pignot

Caratterizzazione trasbordante, come poi fisicamente è, già il suo ingresso da squartatore di zombie è significativo in questo senso.

Doudou Masta

Senza infamia e senza lode.

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