Regia di Benjamin Rocher, Yannick Dahan vedi scheda film
Non sono proprio guardie e ladri, ma l'idea è quella: il nemico del mio nemico è il mio amico. Idea vecchia più ancora degli zombie di Romero, ma sempre utile all'occorrenza. The Horde è un horror molto violento e altrettanto cruento, visivamente debitore di uno degli horror più radicali degli ultimi anni, l'insostenibile - a tratti – Martyrs e condivide proprio con Martyrs un'esibizione gratuita di effetti, ferite, sangue, corpi martoriati e quant'altro. E' la tendenza dell'horror degli anni '00, segnati dalle saghe nichiliste di Saw e di Hostel, horror ben confezionati (come sono lontani i tempi in cui gli horror erano prodotti di pura serie B, girati con due soldi ma in grado indirettamente angoscia e terrore !!), in realtà vetrine ben illuminate in cui lo sguardo morboso dello spettatore può godere di torture e giochi di morte e di sesso. The Horde non fa eccezione da questo punto di vista, anche se almeno – vale la pena sottolinearlo vista la povertà di contenuti e di riferimenti dell'horror recente – i registi gestiscono bene la tensione, che cresce anche per la mancanza di riferimenti morali. In un mondo in cui i poliziotti annunciano un bagno di sangue e sono guidati da solo sentimento di rivalsa e le vittime sono spacciatori senza scrupoli, c' è qualcosa che non torna. Soprattutto se poi, nel chiuso claustrofobico di un palazzo diroccato, si metteranno insieme per sconfiggere le “bestie”, gli zombie senza memoria e assetati di sangue. C'è l'ispirazione di Romero dietro questa operazione, ovviamente, e anche tutti i riferimenti politici e sociali che proprio ne La notte dei morti viventi trovavano una prima grande collocazione nell'horror moderno. E i riferimenti, per quanto ovvi, le banlieue, gli scontri con la polizia e le periferie-ghetto (nel film ci sono pochi francesi autoctoni: ci sono gitani, slavi, nigeriani e marocchini tra i protagonisti) danno un minino di profondità a un film che, diversamente da tanti horror usa e getta, mette in campo, tra sequenze di violenza comunque troppo calcate, qualche interrogativo, sul mondo là fuori, il mondo vero, dove i mostri sembrano aumentare ogni giorno sempre più.
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