Regia di Daniel Monzón vedi scheda film
Diretto dal regista de EL CORAZON DEL GUERRERO, questo CELLA 211 è sicuramente un film interessante e realizzato con intelligenza che però, dopo il brillante inizio, nella seconda parte perde di intensità divenendo poco credibile e crogiolandosi in una tristezza fine a se stessa. La storia vede Olivier, un giovane secondino con la moglie incinta, recarsi nel carcere dove presterà servizio per ispezionare il posto. Destino vuole che venga colpito da un pezzo di intonaco che gli fa perdere i sensi; i due poliziotti che sono con lui invece che in infermeria lo portano nella cella 211 in quanto libera. Proprio in quel momento, nel carcere sta per avvenire una rivolta dei reclusi guidati dal pericoloso Malamadre. Le guardie scappano ma Olivier resta nella cella, rinvenuto sarà costretto a fingersi anche lui un carerato... La cosa più si ricorda del film è la recitazione di Luis Tosar, che caratterizza benissimo il difficile ruolo di Malamadre. Ci sono anche altri aspetti positivi: come un' ottima capacità di creare tensione con diverse trovate azzeccate, personaggi di controrno indovinati e un ritmo sostenuto nonostante la location ridotta. Quando però il film si avvia verso la denuncia politica e lo "strappa lacrime", l' impatto iniziale viene a perdersi e la storia assume sviluppi un po' confusi fino all' inutile finale. Dalla seconda parte in poi, in effetti, non mi è piaciuto assolutamente niente, comunque il film è scorrevole e di un certo interesse. Con un epilogo diverso avrebbe potuto essere migliore
Ottima
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