Regia di Daniel Monzón vedi scheda film
VOTO : 7+.
“Cella 211” è un thriller carcerario di gran presa, impreziosito da una cadenza di avvenimenti davvero ragguardevole, e condotto in porto da due personaggi/interpreti davvero in gamba anche se non manca qualche ingenuità, o evento troppo atteso, soprattutto nella fase finale che un po’ scalfisce il grande entusiasmo che per buona parte il film riesce a generare.
Juan (Alberto Ammann) è pronto per cominciare il suo nuovo lavoro in un carcere di massima sicurezza, che visita pochi giorni prima di cominciare il servizio.
Proprio mentre è al suo interno ha luogo una sommossa e rimane intrappolato tra i detenuti; per sopravvivere si finge uno di loro e riesce a stringere un buon rapporto con il capo dei rivoltosi, ovvero il temibile Malamadre (Luis Tosar).
Intanto all’esterno succede di tutto e negli scontri sua moglie rimane ferita; alla notizia del fatto le prospettive di Juan cambiano radicalmente e la resa dei conti per tutti i coinvolti è vicina.
Film carcerario che avvolge lo spettatore in un turbine continuo di eventi, per buona parte della durata, ottimamente caratterizzati.
Se il ritmo è sempre molto alto, e la tensione si mantiene quasi sempre su buoni livelli, gran merito della riuscita di quest’opera va senza dubbio anche alla gestione dei due personaggi di riferimento, ed alle interpretazioni offerte, diverse tra loro, ma comunque efficaci.
Malamadre è il classico duro che manifesta le sue debolezze, e che comunque crede nei valori dell’amicizia e della fratellanza tra i suoi pari (anche se si ritiene superiore a Dio in carcere), mentre Juan è un personaggio che permette allo spettatore di entrare in simbiosi con la sua situazione (a partire dalla fatalità da cui tutto prende il via), prima di estremo pericolo e poi di rabbia per la piega che prendono i fatti.
Dunque “Cella 211” è un film di genere dotato di attributi, potente nella rappresentazione e che dimostra come le idee possano avere un peso determinante anche nel cinema di genere e lontano dai lidi dove girano i grossi budget.
Cinema quindi intelligente, convulsivo e caratterizzato da una sua anima che si perde solo, e parzialmente, nella parte finale (non proprio incisiva a travolgente), oltre che in qualche passaggio non completamente credibile.
Bel film, scorrevole e ricco di momenti eccitanti.
VOTO : 7+. Imprime un ottimo ritmo, mette in campo parecchie idee, quasi sempre interessanti, perde un pò di mordente solo nel finale.
VOTO : 6++. Volto giusto per un comprimario spesso presente in scena.
VOTO : 7. Rende efficace un personaggio carismatico. Prova molto convincente.
VOTO : 6+. Molto dolce.
VOTO : 6/7. Il suo personaggio è quello che fa entrare lo spettatore letteralmente nel film. Lui è bravo, dinamico e rende piuttosto bene l'evoluzione delle motivazioni che spronano il suo ruolo.
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