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Cella 211

Regia di Daniel Monzón vedi scheda film

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La recensione su Cella 211

di barabbovich
8 stelle

Alla vigilia del suo primo giorno da secondino Juan Oliver (Ammann) si trova nel bel mezzo di una rivolta di detenuti. Capisce immediatamente che deve mimetizzarsi tra loro se vuole salvare la pelle, visto che nessuno lo conosce. A fianco di Malamadre (Tosar), il capo dei rivoltosi, traccia una strategia che precipiterà in tragedia.
Quarto film di Daniel Monzon (ma è solo il primo che arriva in Italia), tratto dal romanzo "Celda 211" di Francisco Pérez Gandul, Cella 211 è un'opera che riesce a coniugare magistralmente cinema di genere e regia d'autore. Il regista spagnolo scandaglia con finezza entomologica i rapporti di potere all'interno del penitenziario, disegna figure dettagliate facendo emergere un leader carismatico senza farne un superuomo né il più scontato dei cattivi e cuce un plot narrativo scritto benissimo con una tensione incalzante che inchioda per quasi due ore lo spettatore alla poltrona. Finale coraggioso.

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