Regia di Max Mayer vedi scheda film
Dramma sentimentale sulla diversità e sulle inevitabili difficoltà di comunicazione che ne derivano, "Adam", dell'esordiente Max Mayer, rimanda inevitabilmente al "Forrest Gump" di Robert Zemeckis. Un po' per il suo protagonista affetto dalla sindrome di Asperger, un po' per il suo tentativo di vivere una romantica storia d'amore con un' adorabile ragazza fuori dall'ordinario. Del celebre film premio oscar, però, mancano i connotati epici, le battute fulminanti ed una interpretazione trascinante sebbene a volte sopra le righe. Quello che invece le due pellicole hanno in comune è quell'immancabile vena di retorica e buonismo che caratterizza le produzioni americane di questo genere. Quell' atmosfera di pietas indotta nei personaggi che ti fa pensare che il mondo possa girare proprio così ma poi passano i titoli di coda e realizzi immediatamente che la realtà è ben distante e tutt'altro che benevola. Nonostante tutto però, il film di Mayer riesce a non farsi trascinare nel baratro della melassa e mantiene invece una sua coerenza di fondo tratteggiando l'imperfezione dei personaggi secondari come i genitori di Beth (Gallagher ed Irving) e nel non renderci simpatico a tutti i costi il proprio protagonista. Sullo sfondo un po' di astronomia, un po' di elettronica, qualche passeggiata nei parchi di New York e qualche canzoncina trascurabile messa lì a sottolineare i passaggi salienti di uno script eccessivamente didascalico ma mai del tutto stucchevole. Onesta la scelta del finale non propriamente happy ed azzeccata la scelta dei protagonisti che da una parte vede un sufficientemente controllato Hugh Dancy e dall' altra un' intensa Rose Byrne alle prese con un personaggio piuttosto stereotipato ma che riesce ugualmente ad affascinare per dolcezza.
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