Regia di Olatunde Osunsanmi vedi scheda film
Sulla carta si presentava come un disastro e invece il gioco regge. Un’analista tormentata dal trauma della morte del marito nota temi ricorrenti nelle ossessioni dei suoi pazienti. Attraverso l’ipnosi scopre che le paure dei suoi assistiti riguardano anche lei. C’è lo zampino lesto di Joe Carnahan (l’ottimo Narc, il pessimo Smokin’ Aces) dietro questo efficace “thrilleraccio” fantascientifico di Olatunde Osunsanmi. Costruito con scaltrezza, Il quarto tipo è la drammatizzazione delle (presunte?) esperienze della dottoressa Tyler la quale avrebbe avuto contatti reiterati con presenze aliene non benevole. Alternando un approccio documentario - nel film figurano Osunsamni stesso che intervista la (vera?) Tyler, i nastri delle sedute d’ipnosi, le registrazioni della polizia, splitscreen - con la ricostruzione filmica, la pellicola evoca il gusto perduto di film come Entity anche se è evidente l’eco low-fi di Blair Witch Project e di Paranormal Activity. Qualche spavento genuino, ottimi caratteristi come Hakeem-Kae Kazim (24) e il sospetto che il tutto non sia altro che una divertita montatura fanno di Il quarto tipo un’operazione a suo modo inquietante. Perché o la dottoressa Tyler è un’attrice mancata oppure è tutto vero. Il principio dell’indeterminazione fa novanta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta