Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Il caotico via vai di un palazzo alto borghese romano viene scosso da un tentativo di furto perpetrato da ignoto in fuga vanamente braccato dal popolo, ai danni di un facoltoso anziano scapolo, presso cui si concentrano le distratte indagini della locale polizia. Pochi giorni dopo, nello stesso palazzo patrizio, un omicidio efferato scuote con ben altro vigore i condomini già inquieti abitanti nel nobile caseggiato.
La vittima è una bella donna vicina ai quaranta, sposata senza figli con un ritroso e un po' schivo uomo d'affari, sempre in giro per lavoro, per la circostanza richiamato al domicilio.
Tra i sospettati, un sedicente cugino medico della vittima, ovvero colui che ne ha ritrovato il cadavere, ma anche il promesso sposo della giovane e bella cameriera di casa, e lo stesso vedovo, sospettato di essere l'eventuale mandante di un sicario assoldato a quel fine.
Conduce le indagini lo scafato e scaltro ispettore Ingravallo, che si concentra subito su particolari maliziosi come il fatto che la timorata donna avesse una particolare vocazione per ospitare giovani ragazze minorenni avviandole amorevolmente e con modi materni al lavoro di cameriera, facendole maritare e agevolandone anche economicamente l'evoluzione di quel nucleo familiare a lei negato dopo due sofferti aborti consecutivi.
Non passa inosservato all'ispettore il fatto che la pur giovane vittima avesse fatto già testamento e lo avesse recentemente modificato, diseredando del tutto il consorte per motivi apparentemente ignoti.
Ma tutto ha una spiegazione, e i segreti avranno vita breve, ingarbugliando oltre misura la matassa che porterà alla soluzione dell'enigma. Ingravallo arriverà a scoprire che ogni persona vicina alla vittima conserva un piccolo grande segreto da nascondere, unendo ognuno dei quali il tenace poliziotto riuscirà, grazie anche ad un brillante colpo di intuito, a dipanare il complesso intrigo di quel "maledetto imbroglio".
Alfredo Giannetti, Ennio De Concini e lo stesso Pietro Germi adattano molto liberamente lo stravagante, innovativo romanzo "sperimentale" di Carlo Emilio Gadda, "Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana", concentrandosi sulla vicenda noir e sul reticolo variegato di personaggi coinvolti, tra l'ispettore cinico e astuto come un incallito, spietato predatore, e i vari indiziati, tutti in qualche modo un po' colpevoli o portatori di una verità proibita che, qualora svelata, porterebbe a mettere a repentaglio la loro già fragile posizione.
Per Germi è nuovamente l'occasione per dedicarsi a dipanare scenari di malessere da vita di coppia, che finiscono per creare dei mostri, o comunque ad alimentare un disagio tra conviventi che finisce talvolta per spingere ad azioni inimmaginabili. La verità poi, verrà a galla quasi per caso, grazie ad una fatale e risolutiva, brillante intuizione di Ingravallo stesso, uomo duro, sin spietato, ma brillante e tenace come uno squalo, e sarà molto più semplice e quasi naturale rispetto al polverone che l'indagine riuscirà a sollevare, facendo emergere la condizione precaria e moralmente discutibile di ogni personaggio in qualche modo vicino alla vittima.
Da considerarsi come una cosa a parte o parallela rispetto all'elaborato, audace romanzo di Gadda, il film di Germi rimane un noir stupendo, capace di trattenere lo spettatore, arricchendo l'indagine di personaggi complessi ed emotivamente sfaccettati come è estremamente difficile trovare in un giallo o noir fine a se stesso, concentrato esclusivamente o quasi sul suo mistero portante.
Qui il crimine e l'indagine sono invece al servizio di una storia che si concentra e sofferma sui suoi talvolta strani, talvolta incomprensibili, rancorosi e complessati personaggi. Pietro Germi, col suo piglio impulsivo e il suo gesticolare spiccio, impersona alla perfezione lo spregiudicato, tenace commissario Ingravallo, dando vita ad una delle sue interpretazioni più riuscite e indimenticabili.
Ma anche i personaggi ambigui di contorno sono stupendi, e tra questi, oltre la conturbante Claudia Cardinale, nel ruolo della bella promessa sposa Assuntina, si mette in evidenza lo straordinario, mellifluo e viscido personaggio di falso medico curante Valdarena interpretato dal grande Franco Fabrizi.
Tra il valido cast è impossibile non menzionare il fido e rassicurante Saro Urzì, qui impegnato nei panni del molesto e un po' greve, ma concreto e affidabile maresciallo Saro.
Nel finale magnifico in stile meló, perfettamente nelle corde del regista, la bella voce di una giovanissima Alida Chelli intona una straziante "Sinnó me moro" che è difficile togliersi dalla mente.
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