Regia di Pietro Germi vedi scheda film
In un palazzo romano, a pochi giorni di distanza, vengono commessi un furto di gioielli e un omicidio: possibile che non ci sia nessun collegamento tra i due fatti? Libero adattamento di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, con inevitabili semplificazioni che però lo rendono un buon prodotto di genere: è un poliziesco sanguigno e simile a certi noir americani o francesi, con un protagonista brusco, incazzoso, ma fondamentalmente giusto (qui Germi è anche meglio come attore che come regista), che si muove tra uffici fumosi dove il telefono squilla in continuazione e non trova mai il tempo di vedere una certa signorina Paola che lo chiama sempre. Intorno a lui c’è un verminaio: un derubato che non ha nessuna voglia di pubblicità, gli intrighi dei viscidissimi Claudio Gora e Franco Fabrizi, il ruspante delinquentello Nino Castelnuovo; Claudia Cardinale non è del tutto innocente, ma è sicuramente quella meno colpevole. E a ben guardare il finale, pur modificando la lettera del romanzo con la scoperta dell’assassino, ne rispetta lo spirito: ebbene sì, il furto e l’omicidio non erano collegati, perché il mondo è insensato ed è inutile cercare di razionalizzarlo.
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