Regia di Pietro Germi vedi scheda film
La gestione “all’americana” della trama gaddiana (nel film, a differenza che nel romanzo il colpevole dell’omicidio è individuato) rende avvincente e perfino gradevole la visione di un film tratto dal libro di un autore difficilmente traducibile in pellicola. La torma di personaggi che gravitano attorno al filone principale del film prelude alla svolta comico-satirica che Germi darà al proprio cinema negli anni sessanta, e fanno di questo giallo anomalo (simile, per certi aspetti, al successivo "La donna della domenica" di Comencini, da Fruttero & Lucentini) uno dei migliori esempi del nostro cinema di genere di sempre. Gran parte della riuscita del film, a parte un'ottima sceneggiatura di Germi, De Concini e Giannetti e un buon montaggio curato da Roberto Cinquini, va ascritta a merito del regista, che ha saputo scegliere gli interpreti giusti: più che lo stesso Germi nella parte del caracollante Ingravallo, modellato su tanti esempi americani, sono da apprezzare Gora e F. Fabrizi nella consueta (per entrambi) caratterizzazione di personaggi squallidi e patetici al tempo stesso, e all’impagabile Saro Urzì, sicuramente uno dei migliori caratteristi italiani di ogni tempo. (6 aprile 2008)
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