Regia di Wes Anderson vedi scheda film
“Siamo animali selvatici”… come a dire: se rubiamo polli è perché fa parte della nostra natura di predatori.
Per questo i malvagi non sono certo la famiglia di volpi capitanata da Mr. Fox, ladro incallito ma pure padre affettuoso e premuroso, tanto da essere quasi accusato dal figlio di volerlo mettere in cattiva luce o considerarlo inetto rispetto al cugino, loro ospite nella casa sotto l’albero che il capofamiglia ha acquistato on regolare contratto animalesco.
I cattivi piuttosto sono i tre allevatori Boggis, Buce e Bean, che in qualche modo allevano, danno vita, ma pure la tolgono e la estirpano a loro piacimento, per scopi di lucro e non di legittima sopravvivenza.
Dal romanzo Furbo, il signor volpe dello scrittore per l’infanzia britannico Roald Dahl, Wes Anderson esordisce nell’animazione con la tecnica dello stop-motion e ci racconta, con lo stile fiabesco, ironico e disincantato, ma anche molto adulto e in fondo quietamente spietato che sempre lo caratterizza e definisce come una delle voci cinematografiche più vivaci ed originali degli ultimi vent’anni, una storia di riscatto familiare che parte come una storia borghese, e si conclude come un film di conquista sociale e di denuncia alla Loach, seppur riveduto e corretto con la comicità cinica che caratterizza e definisce il nostro autore.
Gran divertimento, ma pure una sorta di denuncia intelligente contro le sopraffazioni, l’individuazione dei veri cattivi, e una certa benevolenza per quel tipo di strafottenza e profittabilità che trasforma l’essere vivente (umanizzato a dovere) in una persona molto più onesta e coerente di quanto non si potrebbe pensare a prima vista.
Gli attori che ormai dinanzi ad Anderson costituiscono quasi una famiglia, si prestano in questa occasione a dar voce ai personaggi principali che animano la concitata e spiritosa vicenda: George Clooney, Meryl Streep (new entry: è mamma volpe Felicity Fox), Jason Swartzmann, Bill Murray, Willem Dafoe, Owen Wilson… insomma tutti o quasi gli attori “dell’universo Anderson”.
Grande attenzione ai particolari, una regia che spazia attorno ad un mondo che pare senza confini, e cartoonescamente vero e sin realistico.
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