Regia di Scott Stewart vedi scheda film
"Una sera trovai il coraggio di chiedere a mia madre : ma perchè Dio dovrebbe adirarsi così tanto con i suoi figli? Non lo so, rispose lei rimboccandomi le coperte, sarà stanco di tante stronzate". Questa battuta, usata come prologo ed epilogo della vicenda, la dice lunga sul livello dei contenuti mistico-filosofici di "Legion". Nel mezzo abbiamo un Creatore stanco del genere umano, un esercito di angeli pronti a fare pulizia etnica, un pupillo caduto sulla terra per difendere i più deboli, il classico bambino che non deve nascere ed una lotta spietata fra creature del cielo ed un gruppetto di soggetti borderline asserragliati in una sorta di autogril del deserto. Diciamo che l' apocalisse ed i temi biblici in generale dovrebbero essere universalmente interessanti e meriterebbero sorte migliore ; non che il film sia girato male, il ritmo è discreto ed alcuni passaggi ben congegnati ma stringi, stringi, alla fine ci si ritrova di fronte ad un normalissimo action e di quelli piuttosto prevedibili. L' horror è sicuramente un' altra cosa, di certo non bastano una paio di facce sfigurate dal digitale ed una parodia de "L'esorcista" per ambire a tale etichetta. Il film di Scott Stewart rimane un esordio del tutto trascurabile con passaggi che sfiorano il ridicolo come ad esempio lo scontro finale fra gli angeli Michael (un Paul Bettany sprecato e poco convincente come uomo d'azione) e Gabriel (l' anonimo Kevin Durand); fra un pugno ed un fendente si scambiano battute del tipo : "Tu gli hai dato ciò che voleva, io ciò di cui hai bisogno" oppure "Io non avrei avuto questa pietà. E' per questo che l'hai deluso". Tutte battute che ammiccano e fanno riferimento ad una terza persona innominabile ma capricciosa. Non è che ci sia di che star allegri e l' umanità impersonificata da Dennis Quaid e Tyrese Gibson non è che faccia una figura migliore. Ad ogni modo, meglio "L' ultima profezia" di Gregory Widen, lì c'era Christopher Walken e la vicenda rimaneva su canoni più consoni. Del resto non si può parlare di angeli e paradiso senza tirare in ballo il diavolo e l' inferno, almeno se lo si vuole fare in maniera efficace.
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