Regia di Erik Gandini vedi scheda film
L'Italia ai tempi della telecrazia.Da Telelombardia a TelePapi passando per una selva di (ir)reality shows e pontificando da uno scranno presidenziale.Questo documentario non dice nulla di nuovo ma è comunque istruttivo per cercare di capire come ci guardano da una realtà diversa dalla nostra.In fondo è realizzato come se un alieno fosse atterrato nel Belpaese e quindi ci fa vedere le cose da una prospettiva neutra,diversa da quella utilizzata dagli antiberlusconiani o dai berlucones stessi che si sono mobilitati in massa per cercare di impedire la diffusione di questo documentario.La solità cultura della libertà a senso unico.Basta apparire,come dice il titolo,sono parole di Lele Mora agente/guru dei VIPs ,non importa come,non è ncessario neance avere talenti particolari.Il personaggio di successo può essere creato a tavolino.Passiamo dalla storia di Riccardo aspirante famoso(un wannabe come è indicato nei titoli di coda) che si riduce a fare da pubblico plaudente negli show televisivi in cui diventano famosi gli altri,a quella del Presidente-padrone che impone il suo punto di vista su tutti,fino ad arrivare all'alfiere della telecrazia Lele Mora per finire con il frutto degenere di tanto seminare ,quel Fabrizio Corona che ha imbrattato(non mi viene altro termine più calzante) i rotocalchi e i notiziari di mezza Italia,cercando di sfruttare tutte le cose che gli sono accadute per averne un ritorno economico e di immagine.Dall'altra parte il popolo bue,festante all'apparire di tali deteriori modelli da cui è separato come da una lastra di vetro.La civiltà telecratica ha cambiato i nostri modelli,le aspirazioni dei nostri figli.Prima i nostri genitori aspiravano a farci studiare a diventare qualcuno grazie allo studio e al duro lavoro.Oggi parecchi genitori sono alla ricerca di scorciatoie per il sucesso e per la tranquillità economica.E la televisione assicura entrambi.Ecco quindi i talent shows,ecco mandrie di ragazzotti(ma soprattutto ragazzotte) alla ricerca della tanto agognata visibilità.Videocracy è un documentario terribilmente istruttivo(dico terribilmente perchè impone riflessione sulla deriva da cui siamo stati ingoiati),mette nero su bianco un certo modo di pensare che già conoscevamo(l'intervista al regista del Grande Fratello è illuminante,ci fa sapere ancora di più i gusti del Presidente e la sua cura maniacale per tutto quello che può essere ritorno d'immagine),ci segnala il pericolo a cui stiamo andando incontro senza per questo riuscire ad indicare una possibile soluzione alternativa.Siamo già invischiati in questa ragnatela videocratica,siamo già prigionieri della cultura dell'apparire(con buona pace di Erich Fromm),siamo già prigionieri di una classe dirigente mediocre che ci fa sapere solo quello che vuole che noi sappiamo.Videocracy è forse il più inquietante horror degli ultimi anni:da antologia l'apologia di fascismo di Lele Mora via i-phone,il wannabe Riccardo che si autodefnisce una via di mezzo tra Van Damme e Ricky Martin(ma ha la mamma che lo va a cercare per i ristoranti quando gli capita di uscire con una ragazza) e il Robin Hood alternativo descritto da Fabrizio Corona(ruba ai ricchi per dare a se stesso).Come diceva il sommo Ennio Flaiano:"La situazione è grave ma non seria"....
ottimo lavoro
fa quasi tenerezza
inquietante la signora venditrice di fotografie di VIPs
un perfetto ingrananggio della civiltà telecratica
è il frutto degenere della telecrazia
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